Sergio Resinovich, contro il marito di Liliana: "Quella fretta di cremarla..."

Il fratello della vittima: "Non si è suicidata, giusto riesumare il corpo". Il Dna, il cellulare e l'ora della morte. Ecco che cosa non torna

Di Redazione Cronache
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Morte Liliana Resinovich, il fratello svela l'esito di una perizia: "Schiaffi e pugni prima della morte"

Liliana Resinovich sarà riesumata. La decisione della procura di Trieste riapre il caso, gli inquirenti cercano nuove tracce e non credono più all'ipotesi del suicidio della donna trovata senza vita un anno fa in un bosco. "Mi dispiace solo - dice il fratello Sergio a Il Corriere della Sera - che debbano toccare nuovamente mia sorella. Però sono sollevato, Liliana non si è suicidata. Spero possa avere finalmente pace e giustizia". Sergio Resinovich poi svela un altro dettaglio. "Mio cognato (Sebastiano Visintin ndr) avrebbe voluto cremare il corpo di Liliana già da subito". "Ma come puoi pensare alla cremazione?" gli avevo detto, "ci sono da fare le indagini". Lui del resto ha sempre creduto al suicidio. Sempre una gran fretta. In tutto. Due giorni dopo il ritrovamento del cadavere ha regalato una macchina fotografica di mia sorella e altri oggetti a degli amici. Furono sorpresi. E disse loro: "Si è suicidata".

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Sergio - prosegue Il Corriere - si è opposto alla cremazione: "Liliana non mi ha mai espresso questa volontà. Me lo avrebbe confidato, certe cose si dicono ai parenti stretti". Sergio aveva incontrato la sorella qualche giorno prima della scomparsa. "Era serena, felice. Aveva progetti in testa. E in ogni caso non era tipa da sparire senza dare notizie per 22 giorni". Continua: "Nessuno ha ancora definito bene la natura dei lividi e delle ferite comparse sul suo volto e su una mano. Secondo una consulenza, le lesioni precedono la sua morte e non sono post. È come se Liliana avesse ricevuto uno schiaffo o un pugno". Ora sulle tracce di Dna, il suo telefonino e l'ora della morte ci saranno nuove indagini.