Sgarbi smonta il caso Coviello: "Era fissato con i Vip. Cercò il mio conto dopo lo scontro in tv con Mughini"
Il critico d'arte ridimensiona il caso del bancario spione: "Nessun complotto, per me Coviello ha agito da solo"
Sgarbi sul nuovo caso dossieraggio: "Coviello? Solo un fissato con i personaggi famosi"
Vittorio Sgarbi non crede a un secondo caso dossieraggio, dopo la vicenda legata a Striano e agli accessi abusivi su mezzo governo Meloni, per il critico d'arte l'inchiesta relativa al bancario spione di Bitonto non è legata a complotti o addirittura come sostiene il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti a "manine straniere". Sgarbi non si è minimamente preoccupato in seguito alla diffusione della notizia del suo conto corrente spiato. "Mi pare - dice Sgarbi a Il Corriere della Sera - un classico caso di fanatismo da parte di un individuo esaltato e fissato con i personaggi famosi. Ha utilizzato gli strumenti che aveva a sua disposizione, in quanto dipendente della banca, penso che abbia agito da solo e che non ci sia alcun complotto".
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"Nel mio caso, a quanto so, - prosegue Sgarbi a Il Corriere - la sua ricognizione è partita subito dopo aver visto uno scontro tv tra me e Giampiero Mughini, le date corrispondono. E questo dà la misura della persona. Credo lo abbia fatto per pura curiosità. Non ci vedo nessuna mente criminale dietro questa intrusione. Poi tra gli spiati c'erano personaggi famosi di ogni tipo, tipo Al Bano, è chiaro che si tratta della curiosità maniacale di un fan". Intanto però l'inchiesta su Coviello prosegue e banca Intesa Sanpaolo ora - riporta Il Corriere - è formalmente indagata dalla Procura di Bari per la violazione della legge 231 del 2001, quella sulla responsabilità amministrativa dell’ente. Alcuni legali dei clienti "attenzionati" da Coviello hanno chiesto informazioni agli inquirenti e valutano la costituzione di parte civile — in un eventuale processo penale — o cause civili per i danni subiti. I clienti spiati da Coviello sono 3.572, sparsi tra 679 filiali di tutta Italia.