Sgarbi sulla pm del quadro rubato: "Tipa singolare, si innamorò di Garko"
Il sottosegretario: "Fu addirittura sottoposta ad un procedimento disciplinare del Csm. Dimettermi per una cosa inventata? No"
Sgarbi sul quadro "modificato": "Con me c'erano i curatori della mostra, se ne sarebbero accorti"
Vittorio Sgarbi adesso è indagato per il furto del quadro del Manetti. Il sottosegretario però non ha nessuna intenzione di dimettersi: "Per una cosa inventata? No". E tira in ballo la magistrata che si occupa del caso: "Tipa singolare, nemmeno mi ricordo il nome, ma è quella che si innamorò di Gabriel Garko e fu sottoposta a un procedimento disciplinare del Csm. Una pm della Procura di Imperia, l’unica - dice Sgarbi a Il Corriere della Sera - che ha davvero aperto un fascicolo che mi riguarda, a proposito di un dipinto di Valentin de Boulogne che avrei esportato illegalmente, bah. Una copia pure quello. Oltretutto è roba vecchia, il procedimento sta in piedi da 3 o 4 anni, quando il tempo massimo è 18 mesi. E si avvale di un’intercettazione parlamentare senza autorizzazione, che è inammissibile, lo dice la Corte costituzionale, mica io".
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"La magistrata di Imperia - prosegue Sgarbi a Il Corriere - avendo commesso degli errori nel procedimento, avrà mandato i carabinieri a indagare sull'altro caso del Manetti, una materia parallela con cui rimediare. ma se quelli di Report e de Il Fatto, che mi accusano, venissero a casa mia, glielo farei vedere. Non c’è nessun lembo mancante. Il dipinto del castello fu portato via in maniera violenta, la tela tagliata in porzione più ampia. Era piena di buchi, la usavano come tenda in cucina". Sull'accusa della tela modificata: "Sono degli ignoranti, la caratteristica del Manetti è proprio quella lì, metteva candele ovunque. Il quadro originale è il mio, l’altro era una copia mal fatta. Ne ho la prova. Poi perché avrei dovuto esporre un falso? E gli esperti che con me curavano la mostra non se ne sarebbero accorti? E dovrei dimettermi per una cosa inventata? Ma no".