Sistema Verdini, "Ora che c'è Salvini tornano a cercarci". Appalti per 180mln

Il gip: "Il sottosegretario leghista Freni assecondava le loro richieste"

Di Redazione Cronache
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Sistema Verdini, agli incontri venivano sequestrati i cellulari e attivato il disturbatore di frequenze

Smascherato il cosiddetto "sistema Verdini". Questa volta l’ex parlamentare berlusconiano è in compagnia del figlio Tommaso e del socio Fabio Pileri, entrambi al vertice della società Inver. Denis Verdini indagato, gli altri due sono finiti ai domiciliari e con loro anche altri tre imprenditori, l'accusa è di corruzione. I Verdini, secondo le accuse, - riporta Repubblica - ricevevano dagli imprenditori milioni di euro camuffati da consulenze o anche in contanti, 500 mila euro in totale. Poi contattavano i funzionari Anas e si facevano consegnare informazioni privilegiate per fare ottenere gli appalti agli imprenditori amici. Incontri che avvenivano con modalità che si addicono più a narcotrafficanti che a pubblici funzionari. Perché durante le cene i cellulari venivano lasciati in bagno e c’era anche chi chiedeva di attivare il disturbatore di frequenze, il Jammer. Poi si vedevano nei bar di piazza Mazzini a Roma, dove la finanza ha monitorato consegne di pacchi regali prontamente adagiati sui sedili posteriori delle auto. E ancora nei ristoranti, a cena, sempre a Roma, alla “Nuova Fiorentina”, al Nazareno.

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O anche alla stazione Termini o nelle hall degli alberghi. Si parla - prosegue Repubblica - di appalti per 180 milioni di euro. Dieci milioni in Veneto, altri 10 in Puglia e anche in Basilicata. E poi 5 in Sardegna. In Umbria la finanza sospetta di un accordo quadro per gallerie da 16 milioni di euro. In cambio, gli imprenditori versavano un fiume di denaro. Qualcuno 7.500 euro al mese. Altri consegnavano fino a 30 mila euro in contanti in un solo giorno. Tutti però adesso sono finiti nel registro degli indagati della procura di Roma. Intercettato uno dei soci: "Da quando c'è Salvini tornano a cercarci". Agli incontri partecipava anche il sottosegretario leghista Freni (non indagato), che per il gip "assecondava le loro richieste".

E di gare - riporta Il Corriere della Sera - si parla in tutta la documentazione accumulata dai finanzieri del nucleo Pef della Finanza. "L'importante è che si tengano lì i marescialli a presiedere il fortino" dice Fabio Pileri, terza gamba della Inver srl, socio dei Verdini: Denis e il giovane Tommaso. Ma chi sono i "marescialli"? Sono loro i veri motori di questa storia di possibile corruzione, vale a dire funzionari pubblici ben disposti verso i privati (soprattutto se come in questo caso sono in grado di migliorare la loro carriera interna). Più esplicito ancora, in un'altra intercettazione Pileri: "A me non me ne frega un ca... di avere rapporti con questi (dirigenti, ndr) tanto le gare le vinco con i marescialli non le vinco con loro".