Spie, inizia processo Biot: "colpevole" ma non si possono conoscere le prove

Accusato di rivelazioni ai russi. L’avvocato De Vita: “Giudici, pm e difesa non possono conoscere gli atti. C’è il segreto Nato. Come si può fare un processo?”

di Antonio Amorosi
Cronache
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Accusato di essere una spia russa, Walter Biot va a processo: ma l'ufficiale della marina non può conoscere le prove contro di lui

Il 14 marzo prossimo inizia il processo a Walter Biot, militare italiano accusato di spionaggio in favore della Russia. L’ufficiale della Marina italiana, in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa, è stato arrestato il 30 marzo 2021 dopo essere stato intercettato e seguito dai carabinieri del ROS. E’ accusato di aver venduto documenti militari ad un funzionario dell’ambasciata di Mosca a Roma, Dmitri Ostroukhov. Biot è stato ripreso nel suo ufficio da una telecamera nascosta mentre fotografava alcuni documenti classificati. L’incontro con Ostroukhov si sarebbe concluso con uno scambio di denaro, 5.000 euro. Biot è attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Rischia dai 5 anni di carcere all’ergastolo.

Abbiamo chiesto all’avvocato Roberto De Vita quale sarà la linea di difesa del suo assistito
“È un processo dove si confronteranno una presunta ragion di Stato e lo Stato di diritto. Fino ad oggi la difesa non ha avuto la possibilità di conoscere le prove a carico di Walter Biot. I documenti classificati non sono accessibili, non se ne conosce il contenuto e quindi la rilevanza in termini di potenziale disvelamento, dei documenti, dei supporti elettronici, informatici, smartphone, i tablet, i notebook che si ritiene alla base delle condotte. Tutto questo mentre una tragedia si sta consumando nel cuore dell'Europa. La potenziale emotività che è sempre presente nei processi potrebbe incidere negativamente sulla percezione collettiva del senso di questo processo”

Lei ci dice che le prove contro Biot non sono accessibili? Ma se non sono accessibili come si può svolgere un processo e come fate a difendervi? Senza diritto alla difesa non si può fare un processo…
“Questo è il tema che si trascina dall'esordio, dal giorno dell’arresto. E tenga presente che non riguarda solo e tanto il documento classificato, i documenti cartacei fotografati o non fotografati che ci possono essere rispetto ai quale non abbiamo cognizione né del contenuto né della rilevanza, né della datazione, quindi non sappiamo nulla ma addirittura non sappiamo nulla di tutti i potenziali elementi di prova tecnica, dai dispositivi Usb al telefonino, al computer, sui quali sarebbero presenti, presuntamente, le tracce riferibili. Questi documenti ed elementi non sono mai entrati nella disponibilità della difesa nemmeno in sede di accertamenti tecnici”

Immagino che abbiate chiesto accesso a questi atti. Come è stata spiega l’impossibilità di accedervi?
“Hanno opposto fino ad adesso il segreto Nato... è il grande cortocircuito di questo processo. Tenga conto che è una situazione che riguarda non solo la difesa, ma anche il pubblico ministero, ordinario e militare, così come i giudici che non hanno potuto vedere i documenti e gli elementi a base delle accuse”

Ma allora su cosa si fa il processo?
“Su dichiarazioni che vengono rese da parte di soggetti che avrebbero svolto attività dì indagine e di analisi e che lì nel processo portano la loro valutazione. C’è allo stato un'impossibilità a svolgere il giusto processo secondo il principio costituzionale della formazione della prova nel contraddittorio delle parti davanti al giudice ”

Lei mi conferma che anche pm e i giudici non possono accedere agli stessi atti?
“Si, lo confermo. Il segreto che viene opposto è un segreto che lo Stato maggiore della Difesa ritiene non condivisibile nemmeno con l’autorità giudiziaria”.

E come si fa un processo senza poter conoscere gli atti?
“Sono un appassionato del drammaturgo Dürrenmatt ma neanche lui sarebbe arrivato a tanto. Dürrenmatt è arrivato a postulare l'idea di poter fare un processo con un imputato che non conosce di cosa venga accusato. Nel nostro caso invece il meccanismo è perverso perché noi sappiamo di che cosa Biot è accusato ma gli elementi che vengono portati non sono disponibili alle parti, cioè abbiamo la forma dell'accusa ma non abbiamo la sostanza della prova”.

Però c'è una flagranza di reato per lo scambio che c'è stato con il funzionario dell'ambasciata russa…
“Individuare un rapporto tra Walter Biot con Dmitri Ostroukhov può dare degli elementi indiziari, ma poi vanno portate le prove e che queste vengano fatte conoscere alle parti che partecipano al processo, affinché si possa svolgere. Dall’informativa del verbale dell'arresto risulta che Ostroukhov ha lasciato il parcheggio e a distanza da questo è stato fermato. Su di lui, a seguito di una perquisizione, hanno rinvenuto questa scheda SD contenente documenti che noi non conosciamo. Lo scambio è stato ipotizzato perché non c’è traccia dì intercettazione o ripresa video del momento del presunto scambio, la vettura dì Walter Biot non era “ambientalizzata” quindi non è documentato cosa sia avvenuto all’interno e i presunti documenti sono stati rinvenuti sul diplomatico russo quando questi si era già allontanato”

Ma i documenti classificati hanno una provenienza… gli uffici di Biot….
“Giusto, ma si sostiene questa relazione sulla base dei dispositivi elettronici, scheda SD e smartphone, che non sono mai entrati nelle disponibilità delle parti in un contraddittorio sull’accertamento peritale. Noi non abbiamo visto i telefoni e i supporti digitali, i nostri consulenti tecnici non hanno potuto svolgere alcun accertamento, tutto si basa su valutazioni della polizia giudiziaria non verificabili”

Neanche i pm?
“No, non li hanno visti”

Ma il pm che ha disposto gli accertamenti dei ROS li avrà visti…
“No, le sto dicendo di no e vuole sapere perché?

Perché?
“Perché il pm ha ritenuto che essendo classificati (quindi necessitando del NOS il nulla osta dì sicurezza) non fossero accessibili. D’altronde se il pm accedesse poi dovrebbe rendere disponibile gli atti anche alla difesa”

Quindi quello che abbiamo visto sui media, quando è esploso il caso, che cos'è?
Abbiamo visto riportare i comunicati stampa istituzionali che riportano informazioni. Sicuramente ci sono elementi di contesto di cui hanno parlato ma il pubblico ministero, il giudice e la difesa non hanno potuto vedere questi atti. Questi elementi vengono evocati ma non entrano nel processo perché vi è il segreto Nato”

Ma non si poteva circoscrivere il segreto a coloro che partecipano al processo, giudici, pm e difesa? Quei documenti potrebbero ancora essere considerati riservati…
Purtroppo no perché il segreto non fa neanche capo alle autorità italiane perché è un segreto Nato. Le autorità italiane dovrebbero consultarsi con la Nato per decidere sui documenti. Hanno ritenuto di non farlo almeno fino ad ora. Quindi sono elementi che non sono entrati nella disponibilità dell'autorità giudiziaria. Quello che è rientrato nella disponibilità dell'autorità giudiziaria sono valutazioni espresse da parte dei carabinieri del ROS, i quali hanno il NOS ma in quanto militari. Il problema è che i processi non si fanno su valutazioni di terzi ma su fatti verificati in contraddittorio e su cui solo il giudice può fare valutazioni, se no il giudizio diverrebbe la valutazione della valutazione, un pericoloso e perverso meccanismo che non trova alcuno ospizio nel nostro ordinamento, massimamente difronte al rischio dell’ergastolo. Inoltre, anche a prescindere dalla condotta, come si fa a fare una valutazione relativa all'impatto derivante dal disvelamento? Chi è che decide se un danno è lieve, severo, grave o gravissimo? Bisogna fare molte valutazioni, capire cosa è stato disvelato, capire ad esempio se ciò che è fuoriuscito non lo fosse già in ambito ristretto, come ad esempio quello accademico. Non si può spogliare il Giudice del suo ruolo di garanzia nell’accertamento terzo ed imparziale dei fatti ma lasciargli al tempo stesso la responsabilità sulla vita dì una persona” 

Comprendo...
“E’ come trovarsi di fronte a un processo che mettiamo... riguarda degli stupefacenti, ipotizziamo che si stia trattando di stupefacenti, ma non sappiamo di che stupefacenti si tratta, non sappiamo il principio attivo, la concentrazione né se rientra nelle tabelle. O è come se una persona avesse ricevuto un pugno ma non sappiamo se la persona che ha ricevuto il pugno ha delle lesioni inesistenti, lievi, gravi, è caduta ed è morta. Però viene comunque contestato l’omicidio. Come si fa a capire cosa è successo e la gravità di quanto successo? Nessuno accetterebbe un processo del genere”

Non ci sono dei precedenti su casi simili?
Purtroppo non ce ne sono, in situazioni simili.... I precedenti che riguardano il tema della indisponibilità della prova a difesa ci sono e i più recenti sono il caso Abu Omar, per il generale Nicolò Pollari e del dottor Marco Mancini. Vi fu uno scontro tra la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione rispetto al fatto che l’indisponibilità della prova non consentisse di sostenere l’accusa e quello era un sequestro di persona (la Cassazione ha assolto Pollari e Mancini, ndr)”.

Da lunedì cosa farete?
“Chiederemo il rispetto dei principi del giusto processo. Lo stesso Walter Biot ha chiesto, fin dal primo giorno, di essere interrogato sempre a condizione che venisse rispettato il diritto di esibizione delle prove, così come abbiamo chiesto di partecipare agli accertamenti tecnici, di fare un incidente probatorio. La ragion di Stato non può diventare un atto di fede. Il processo è giusto se le prove sono conoscibili, disponibili, valutabili, criticabili e si formano davanti al giudice che può e deve conoscerle e valutarle”