Stop al cognome del padre al figlio: storica decisione della Consulta
A meno che i genitori non decidano diversamente, da oggi i figli avranno il cognome di entrambi i genitori
La sentenza della Consulta: "Il cognome del padre ai figli non è più automatico"
La Corte Costituzionale ha ritenuto "discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre", sottolineando che "per il principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale".
Lo spiega la Consulta sottolineando che "pertanto, la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due". In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, "resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico".
Dunque, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, "con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi". Ora spetta al legislatore “regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione". Nelle prossime settimane, la sentenza con le motivazioni sarà depositata.
Laura Garavini, vicecapogruppo Italia Viva al Senato ha commentato: "Storica sentenza della Consulta sul doppio cognome, che va nel solco del ddl a mia prima firma sul cognome materno: le motivazioni della Corte sono le stesse che abbiamo evidenziato ed hanno a che fare con l'identità dei figli e con i pari diritti dei genitori, identità che non può stabilirsi secondo un automatismo senza alcuna ragione di essere". "Rammarico per le lungaggini del Parlamento che come troppo spesso accade viene sorpassato dalla Corte: ora avanti veloci con l'approvazione di una legge fondamentale per il percorso verso la parità di genere", conclude Garavini.