Strage Bologna, Rocca prende tempo: "De Angelis? Parla a titolo personale"

Il responsabile comunicazione della Regione Lazio: "Io messo al rogo come Giordano Bruno". Schlein: "Si dimetta e Meloni intervenga"

Di Redazione Cronache
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Strage di Bologna, Rocca: "De Angelis ha parlato a titolo personale, valuterò dopo averlo incontrato"

"Partiamo dal fatto che le sentenze si rispettano e, vista la mia professione di avvocato, non posso che ribadire questo. La stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna è stato l’episodio più straziante, è ancora una ferita aperta per il nostro Paese. La bomba del 2 agosto mirava a sovvertire l’ordine democratico e i valori costituzionali a noi tanto cari. Una pagina di storia dolorosa e segnata da presenze e ombre inquietanti. Il rispetto per le sentenze non esime dalla capacità e volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati. Sono convinto che chi rappresenta le Istituzioni abbia il dovere di denunciare, in prima battuta, l'orrore per il gesto e rispettare il dolore per le vittime, esprimendo solidarietà ai familiari e condannando la violenza. Cosa che, come ogni anno anche in altre vesti, ho fatto sentitamente e non per circostanza". Lo dichiara il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

"Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti - aggiunge Rocca - Si è espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che, per altro non è quella di portavoce come erroneamente riportato da numerosi giornali. La mia portavoce, infatti, è Carla Cace. Il dott. De Angelis è responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione: un ruolo tecnico per il quale è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell'Istituzione che mi onoro di rappresentare. Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis".

Strage Bologna, Schlein: "Via De Angelis, Meloni intervenga"

"Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l’associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate. Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati".

Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. "È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale - attacca -. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia del ‘900. Le evidenze processuali dimostrano che è stata una strage di matrice fascista commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo". 

Strage Bologna, De Angelis: "Mambro e Fioravanti non c’entrano”

Fortissima polemica sulla strage di Bologna, tra le dichiarazioni di Marcello De Angelis, la risposta indignata del PD e la controreplica dello stesso De Angelis. “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini.Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’. E se io dico la verità, loro, ahimè,  mentono”. Tutto è iniziato con questo post su Facebook di De Angelis, responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio.

“Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale – si legge ancora nel post di De Angelis - che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere”.

Le parole di De Angelis hanno subito scatenato polemiche:  “Marcello De Angelis non parla più solo come privato cittadino, essendo oggi il portavoce della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Per questo chiediamo al presidente Francesco Rocca di prendere immediatamente le distanze dalle sue parole”, scrive in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd."Il presidente Rocca prenda le distanze dal suo portavoce De Angelis. Le sue parole sono un affronto ai familiari delle vittime della strage neofascista di Bologna e alla verità giudiziaria. Non trascini l'istituzione regione in questo affronto storico", si legge in un tweet del consigliere della Regione Lazio di Azione, Alessio D'Amato.

Bonaccini: "Ignobile e bugiardo". La controreplica: "Orgoglioso di andare al rogo"

"Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto", ha commentato tra gli altri Stefano Bonaccini, governatore Pd dell'Emilia Romagna.

 "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio".

Lo scrive su Facebook Macello De Angelis, portavoce della Regione Lazio, dopo le polemiche seguite a un suo precedente post sulla strage di Bologna. "Ho detto quello che penso - si legge nel post pubblicato nella notte - senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso".