Strage Brandizzo, "operai saltati come birilli". La drammatica catena di errori

Emergono dettagli sull'inchiesta relativa al drammatico passaggio del treno costato la vita a cinque persone. "Il responsabile era distratto dal telefonino"

di redazione cronache
Cronache

Strage Brandizzo, tutta la verità in un drammatico filmato di 8 minuti: "Saltati come birilli"

Ormai è passato un anno dalla strage di Brandizzo, costata la vita a cinque operai travolti dal treno mentre lavoravano sulle rotaie della stazione del comune in provincia di Torino. Nelle mani degli inquirenti di Ivrea, c’è il video della morte: immagini crude, consegnate anche alla commissione parlamentare istituita dopo la strage. Per questa drammatica vicenda sono quindici le persone iscritte nel registro degli indagati, chiamate a dare spiegazioni a quel filmato drammatico che rappresenta anche una prova chiave. Dura 8 minuti. Alcuni familiari - riporta La Stampa - non hanno avuto ancora il coraggio di vederlo. Chi lo ha fatto parla di "ragazzi saltati via come birilli". Le indagini sono in corso, ma la chiusura è lontana.

Leggi anche: "Lo spacciatore veloce di lama sparito da settimane". Omicidio Sharon, la nuova pista che inquieta

La procura di Ivrea ha già deciso che chiederà una proroga di sei mesi. Molto probabilmente ne seguirà un’altra. I parenti delle vittime reclamano giustizia e celerità. La procuratrice Viglione lo sa: "L’inchiesta è complessa, non cerca soltanto di stabilire cosa è accaduto quella notte, ma intende accertare perché. Ciò detto qui nessuno ha mai pensato – confida con tono deciso e lo riporta La Stampa – che quei poveri operai fossero aspiranti suicidi". Il messaggio è fin troppo chiaro. Gli inquirenti, anche attraverso quel tragico filmato di 8 minuti, cercano di accertare i comportamenti dei responsabili, quelli chiamati a dare gli ordini agli operai.

L'ipotesi è che chi doveva dare il via ai lavori fosse distratto dallo smartphone, forse stava addirittura navigando su Internet, o era sui social. Un'ipotesi ritenuta non fondante ma integrativa delle condotte già contestate. I primi a essere stati iscritti nel registro degli indagati - prosegue La Stampa - sono stati Antonio Massa, caposcorta nei cantieri Rfi e Andrea Girardin Gibin, caposquadra della Sigifer, l’azienda di Borgo Vercelli: quest’ultimo - abbagliato dai fari del treno in arrivo - si era gettato d’istinto lungo la massicciata. A loro due la procura contesta l’omicidio colposo plurimo e il disastro ferroviario, con dolo eventuale.

Tags:
strage brandizzo