Strage di Bologna, la procura: "Archiviazione per il generale Mori"
Generale Mori: "Nessuna reticenza nella testimonianza sulla strage di Bologna"
"Ho letto la richiesta di archiviazione e mi convince. La procura si è resa conto della mia correttezza nelle risposte, considerato il tempo trascorso e quello che effettivamente all'epoca facevo. Non mi interessavo, se non marginalmente, di destra eversiva, perché in quel momento mi occupavo soprattutto del fenomeno del terrorismo di sinistra. Penso che la procura abbia ristabilito i fatti nella loro coerenza e consistenza". A dirlo all'AdnKronos è l'ex generale del Ros Mario Mori, commentando la richiesta della procura di Bologna che ha chiesto l'archiviazione nei suoi confronti dall'accusa, mossa dalla Corte d'Assise bolognese nella sentenza su Gilberto Cavallini, di falsa testimonianza e reticenza per aver affermato, nel corso di un'udienza del processo, di non essersi mai occupato della destra eversiva.
Generale Mori: "Nessuna reticenza nella testimonianza sulla strage di Bologna"
Nella richiesta di archiviazione, i pm evidenziano anche che la Corte d'Assise, durante tutta la deposizione di Mori, "non ha fatto alcun richiamo al teste su eventuali falsità o reticenze riscontrate", e puntano il dito anche sulla circostanza che la Corte d'Assise, nel valutare la testimonianza resa da Mori a Bologna, ha richiamato solo frammenti di brani delle spontanee dichiarazioni fatte dallo stesso Mori a Palermo ed estrapolate dal Tribunale per essere riportate nella sentenza 20 aprile 2018 (quella sulla presunta trattativa Stato-mafia). Per Mori, "proprio questo è stato l'errore, perché non riportando per intero la mia dichiarazione, ma solo enucleandone gli aspetti, è incorsa in uno sbaglio".