Erba, si decide sulla revisione: giorno della verità per Rosa e Olindo

La Corte d'Appello di Brescia deciderà se rivedere il processo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, o se confermare la loro condanna all'ergastolo

Di Redazione Cronache
Rosa Bazzi e Olindo Romano
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Rosa Bazzi e Olindo Romano potrebbero essere confermati colpevoli della strage di Erba oppure avere la revisione del processo per provare la loro innocenza

Rosa Bazzi e Olindo Romano tornano in aula. Per loro, il giorno della verità è arrivato. I coniugi, condannati in modo definitivo all'ergastolo con tre sentenze per la strage di Erba, sapranno se il processo a loro carico verrà rivisto se dovranno rimanere in carcere a vita. Bazzi e Romano sono stati condannati per aver ucciso, l'11 novembre del 2006 nel piccolo comune piemontese di Erba, 4 persone: Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, suo figlio Youssef di due anni e la sua vicina di casa Valeria Cherubini, che si trovava sul pianerottolo assieme al marito Mario Frigerio (colpito alla gola, ma sopravvissuto per una deformazione alla carotide). 

Condannati in via definitiva, gli avvocati della coppia hanno chiesto la riapertura del caso per rivedere le prove e portarne di nuove. L'obiettivo è scagionare la coppia che, secondo la difesa, è innocente. La Procura di Brescia, con il pg Guido Rispoli e l'avvocato Domenico Chiaro, ha deciso di non replicare: "Non tanto perché non ci siano argomenti a cui controbattere, ma abbiamo ritenuto che a un anno di distanza dalla prima richiesta di revisione e a quattro mesi dalla prima udienza abbiamo deciso che è ora di sentire la parola del giudice. Concludo insistendo che in questa fase possa esserci una sentenza di inammissibilità anche rispetto all'ultima memoria". Anche le altre parti processuali non hanno replicato. I giudici si sono ritirati in Camera di consiglio per la decisione. Potrebbero uscirne con una dichiarazione di inammissibilità, quindi confermando la sentenza di condanna, oppure disporre nuove prove, come chiesto dalla difesa, e aprendo di nuovo il caso.

La riapertura del caso: le richieste e le prove

Il caso della strage di Erba potrebbe essere riaperto in seguito tre richieste. La prima da parte del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, mentre le altre due sono state presentate dai legali della coppia. Secondo la difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due sono innocenti e le prove raccolte nei tre gradi di giudizio precedenti vanno riviste, rimesse in discussione. Come la confessione ritrattata dei coniugi, oppure la testimonianza dell'unico sopravvissuto (Mario Frigerio), ma anche la prova scientifica individuata nella traccia di sangue trovata dell'auto di Olindo e attribuita a Valeria Cherubini. La Corte di Appello di Brescia ha concesso di sentire entrambe le parti.

La difesa non ha contestato solo le vecchie prove, ma ne ha portate delle altre basandosi su consulenze inedite. Non solo, i legali della coppia vogliono in aula nuovi testimoni, tra cui un ex carabiniere secondo cui mancano numerose intercettazioni, ma anche un nordafricano legato a un gruppo di spacciatori che voleva regolare i conti di Azouz Marzouk (marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef) per questioni legate alla droga. La Procura Generale, invece, con Guido Rispoli e Domenico Chiaro, ha chiesto di dichiarare inammissibili le tre istanze sostenendo che ci sia “una cascata di prove” a carico degli imputati, impossibili da ribaltare per la loro solidità.

La pista della droga proposta dalla difesa

"Minacce ce ne furono, Azouz fu massacrato di botte nel carcere di Como, Raffaella era spaventatissima: venne avvicinata, venne minacciata, altro che non ci sono state minacce. Ci furono anche gli accoltellamenti, il cugino di Azouz venne accoltellato per questioni legate al traffico di droga. Non ci inventiamo nulla e non ci vergogniamo di nulla, non possiamo abdicare a dichiarazioni che hanno reso. Abbiamo un testimone che dice che c'era una faida interna e ci dà esattamente un movente alternativo", ha detto in aula l'avvocato di Bazzi e Olindo, Fabio Schembri. Questa pista, però, viene esclusa dalla Procura: "Le armi utilizzate, la spranghetta e il coltello, non sono quelli che utilizzerebbe la criminalità. E per quale motivo uccidere donne e bambini? Ma la logica dove la buttiamo: Azouz dopo la strage dice che era 'il momento migliore della sua vita' e secondo quale logica si può pensare che la criminalità abbia agito e lui non sia terrorizzato?".

Secondo i legali, "le sentenze non hanno spiegato i dubbi, ma li hanno nascosti". Nelle tre sentenze precedenti, la difesa conta "243 errori" nelle confessioni fatte da Rosa Bazzi e Olindo Romano: "Sono descritti come 'intelligenti, capaci, astuti, capaci di mettere in piedi un alibi assai complesso', ma non sanno cosa è il luminol o le intercettazioni. Rosa non distingue la destra dalla sinistra, non sa leggere, Olindo non sa che l'ergastolo non si dà in cinque minuti, che la pena non si divide in due e non esistono camere doppie in carcere. Le pressioni ci sono state e il giudice della condanna le ha certificate".
 

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