Strage di Erba, Tarfusser: "La giustizia ha perso la cultura del dubbio"
Il sostituto procuratore della Corte d'appello di Milano Cuno Tarfusser parla con Affaritaliani.it e commenta l'inammissibilità dell'istanza di revisione
Strage di Erba, confermato l'ergastolo per Olindo e Rosa. Il pm Tarfusser ad Affari: "Istanza inammissibile? Si è persa la cultura del dubbio. La giustizia del potere giudiziario ha vinto sugli atti"
Inammissibile. Una sola parola che spegne, probabilmente per sempre, le speranze di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba. La Corte d’Appello di Brescia, infatti, ha rigettato le istanze di revisione avanzate dal sostituto procuratore della Corte d'appello di Milano Cuno Tarfusser e dai legali della coppia.
A nulla sono servite le numerose consulenze, le “nuove prove” portate avanti dalla difesa, la pista alternativa della droga, la testimonianza di Azouz Marzouk a favore di Olindo e Rosa; prove e controprove che noi di Affaritaliani.it abbiamo scandagliato, riportando i dubbi legittimi che emergevano nella ricostruzione degli accadimenti.
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Dopo poche ore di camera di consiglio i giudici hanno “sentenziato” l’inammissibilità di tutto ciò e, forse, a poco serve che l’avvocato Fabio Schembri, che non ha mai abbandonato Olindo e Rosa, si sia affrettato ad annunciare ricorso in Cassazione per “vizio di legittimità”. E mentre una parte degli italiani esulta, certi della colpevolezza della coppia, un’altra parte si chiede se sia davvero stato tutto inutile, e se nel nostro sistema il seme del dubbio possa davvero portare alla riapertura di un processo.
Se lo è chiesto anche Cuno Tarfusser, che insieme a Schembri ha creduto nella mancanza dell’“oltre ogni ragionevole dubbio” in tutti questi anni, e che parlando con Affaritaliani.it ha ammesso sconfortato: “La prima cosa che mi viene in mente è che la giustizia ha perso la cultura del dubbio. Questa non è quella che ho servito per 40 anni; è la giustizia del potere giudiziario che ha prevalso sugli atti”. “Che Olindo e Rosa non c’entrino nulla io ne sono sicuro, ma non è neppure questo il punto. Nessuno ha le certezze, ma che i dubbi fossero grandi è evidente, così come nessuno ha capito cosa vuol dire ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’”, ha aggiunto Tarfusser parlando con Affari.
“Al contrario, con questa dichiarazione rimane intatto il dubbio, sia in un senso sia nell’altro, e continueranno ad esserci sempre colpevolisti e innocentisti. Mi domando cosa costasse riaprire il processo, per eliminare queste domande”.
I giudici hanno dichiarato l’“inammissibilità”, ma “cavarsela con questa dicitura è la cosa più bassa che si potesse fare. Anche perchè avevano già dichiarato l’istanza ammissibile qualche mese fa, quindi hanno fatto un passo indietro. E questo, giuridicamente, sarà oggetto di discussione”, ha aggiunto Tarfusser. “Non so cosa possa essere successo internamente, e forse non lo voglio neppure sapere, ma sono contento di andarmene da questa amministrazione allo sbando, da questo sistema marcio”, ha concluso.