Strage di Nuoro, Bruzzone: "Un uomo tranquillo che nascondeva dentro un mostro. Colpa del disagio sociale"
Che cos'ha spinto un normale padre di famiglia a uccidere sua moglie e sua figlia? L'intervista di Affaritaliani.it alla criminologa Roberta Bruzzone
Strage di Nuoro, Bruzzone: "Un uomo tranquillo che nascondeva dentro un mostro". L'intervista alla criminologa
“Sul caso di Nuoro non abbiamo ancora elementi chiari per delineare un profilo psicologico di quest'uomo, apparentemente tranquillo, che invece covava qualcosa davvero di mostruoso interiormente”. A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone per analizzare il caso della strage familiare a Nuoro.
Quello di Nuoro è solo l'ultimo di una serie di casi di violenze familiari preoccupanti nel nostro paese, cosa sta succedendo?
Sicuramente c'è un forte disagio sociale che da tempo denuncio e che sta esplodendo con fatti che fanno venire i brividi. Si tratta di persone che non per forza dimostrano profili border line ma che poi deflagrano in casi di sangue e violenza senza precedenti
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Colpa della nostra Società?
Ci sono molte concause, dal disagio sociale ai problemi affettivi per arrivare a quelli economici. Il risultato sono fatti di sangue che preoccupano per la vicinanza tra loro e per le modalità.
Cosa intende?
Le faccio l'esempio dei delitti di Traversetolo: una ragazza tranquilla, che lavorava per pagarsi gli studi, senza alcun segnale di disagio che poi uccide e seppellisce in giardino i propri neonati. E' evidente che davanti a questi casi dobbiamo fare una riflessione che va oltre il singolo delitto.
Ma come è possibile che a Nuoro Roberto Gleboni avesse addirittura il porto d'armi?
Ripeto, ci sono dei casi che non presentano particolari linee psicologiche da pensare a un gesto come quello avvenuto questa mattina. Il problema è legato a una società che ha perso completamente la rotta a causa di un disagio crescente.