Strage familiare a Nuoro, "un prepotente, quasi esaltato". Ha sparato a tutti alla testa, vicino freddato sulle scale

Roberto Gleboni li ha sorpresi quando dormivano. Tutti i segnali sottovalutati

di redazione cronache
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Strage a Nuoro, fonte immagine: La Nuova Sardegna 

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Strage Nuoro, la tragica ricostruzione dei fatti: colpiti alla testa mentre dormivano

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la drammatica dinamica della strage familiare compiuta ieri da Roberto Gleboni, 52 anni, a Nuoro: il bilancio è tragico: 5 morti (compreso lo stesso Gleboni) e due feriti. Stando a una prima ricostruzione, in mattinata il killer - riporta Il Corriere della Sera - avrebbe avuto un'accesa discussione con la moglie ("Mamma e papà avevano litigato" racconterà dopo agli inquirenti l’unico figlio sopravvissuto). All’improvviso si sarebbe alzato dal letto e, dopo aver preso la pistola da un cassetto, avrebbe aperto il fuoco contro la donna. Un colpo in testa che non le ha dato scampo. Quando è entrato nella stanza della figlia, Martina, lei ha tentato di difendersi portandosi la mano al volto. Poi ha sparato agli altri figli (il 14enne è illeso) e al vicino.

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Ma non era ancora finita. L’uomo è salito in auto e ha raggiunto l’abitazione della madre, Maria Esterina Riccardi, 84 anni, che stava facendo colazione in cucina. Ha sparato anche a lei. La donna, ferita al collo, è grave ma non in pericolo di vita: ha visto il figlio uccidersi sotto i suoi occhi con la stessa pistola usata contro la sua famiglia. Una tragedia che, per ora, - prosegue Il Corriere - non ha un movente chiaro. Ci sono le voci, discordanti, di chi lo conosceva.

Per alcuni, fra colleghi e vicini, era "una persona tranquilla e disponibile". Aveva una passione smodata per le armi, lavorava come operaio forestale e faceva parte del direttivo provinciale della Fai-Cisl. "Era impegnatissimo in difesa dei colleghi, non abbiamo mai notato un'intemperanza o uno scatto d’ira", dicono dalla Cisl. Ma c’è chi racconta ben altro: "Spesso urlava. A volte sembrava prepotente e quasi esaltato — dice una persona vicina alla famiglia —. Era possessivo e aveva una mania di controllo smodata, soprattutto su moglie e figli". In ogni caso, Gleboni era incensurato e suo carico non c’erano mai state denunce o segnalazioni per atteggiamenti violenti in famiglia.