Strage Lago Maggiore, è giallo sugli 007 "spariti in fretta"
Dietro a quella festa in barca tra agenti italiani e israeliani c'era molto di più. Le case in cui alloggiavano sono state "ripulite", lavoro da professionisti
Strage Lago Maggiore, tutte le cose che non tornano in questa spy story
La tragedia di domenica sera sul Lago Maggiore costata la vita a quattro agenti dei servizi segreti di Italia e Israele, si ingigantisce sempre di più. Sembra ormai chiaro, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, che quella non fosse una semplice festa in barca ma un vero e proprio vertice "top secret" per uno scambio di documenti strategici. Le persone a bordo, infatti, erano tutti agenti segreti italiani e del Mossad israeliano. Quando i soccorritori sono entrati in possesso dei documenti delle vittime, il naufragio ha assunto i contorni non solo di una strage, ma anche di qualcos'altro: una spy story in piena regola. Tre delle quattro vittime e diciotto dei diciannove superstiti erano tutti agenti dell'intelligence, in servizio o in congedo Dopo essere stati salvati, i superstiti sono stati ascoltati dai magistrati e dai carabinieri del Comando provinciale di Varese.
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Anche se poi alcuni di loro, come riporta Repubblica, sarebbero spariti in fretta: "Gli israeliani, già ieri mattina, erano su un volo militare verso Tel Aviv". Non avrebbe fatto ritorno a casa nemmeno il proprietario della barca. Stando ad alcune testimonianze di chi era nei pressi dell'incidente, avvenuto ad appena 150 metri dalla riva, ci sarebbe stato "un colpo di vento fortissimo che ha rovesciato la barca". Corsa contro il tempo per gli investigatori per accertare i fatti, i diretti protagonisti da bravi agenti segreti hanno infatti ripulito ogni traccia, anche le case in cui soggiornavano sono state rimesse a lucido. Il mistero si infittisce.