Strage Licata, "ho sterminato tutti, anche i bambini che non c'entravano"

Parla la compagna del killer: "Liti continue con il fratello, il terreno di Diego sconfinava di 80 cm sul nostro e mio marito non lo accettava"

Cronache
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Strage Licata, la moglie del killer: "Temo per la vita dei miei figli"

Sono passati due giorni dalla tragedia che ha sconvolto due famiglie, la strage di Licata costata la vita a 5 persone. Un uomo, Angelo Tardino di 48 anni, ha deciso di sterminare la famiglia del fratello perchè stufo delle continue discussioni per motivi di eredità. Dopo averlo ucciso, insieme ai due suoi figli di 11 e 15 anni e alla cognata ha deciso di togliersi la vita. "Dopo tutto quell’orrore, - spiega la moglie del killer a Repubblica - mi ha telefonato. Li ho uccisi, mi ha detto in lacrime, pure i bambini anche se non c’entravano. Ti prego perdonami, la mia vita è finita”. Gli ho detto: "Torna a casa, posa le pistole, io ti perdono”. Era un modo per prendere tempo e intanto avvertire le forze dell’ordine. Ma ha chiuso la conversazione".

"Ora - prosegue la moglie del killer a Repubblica - ho paura per quello che potrebbe accadere. Ho paura per i miei figli. Siamo andati via dalla palazzina dei Tardino, dove abita mio suocero. Siamo andati lontano. E ogni tanto i carabinieri passano a controllare. Lui aveva invidia verso il fratello Diego, da sempre. C’erano delle cose vecchie che non aveva mai dimenticato. Discutevano pure per la stradella fra le due serre. Diego voleva il diritto di passaggio. Mio marito gli diceva: “Questa stradella appartiene a me”. E non è finita qui: mio cognato aveva sconfinato di 80 centimetri con le sue serre. Avrebbero dovuto regolarizzare anche questa situazione, ma niente".

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