Stupro a Catania, Salvini rilancia la castrazione chimica: "Nessuna clemenza"
Il leader della Lega rilancia la proposta che è realtà in diversi stati democratici come Usa e Gran Bretagna, ed è una misura volontaria
Stupro a Catania, Salvini rilancia: "Nessuna clemenza, solo una cura: castrazione chimica". Ecco di cosa si tratta
Sui social il leader della Lega è stato chiaro: "Ragazzina stuprata da una banda di sette egiziani davanti al fidanzato, minacciato, bloccato e tenuto lontano. Non venitemi a parlare di 'tolleranza' o 'errore'. Davanti ad orrori del genere non può esistere clemenza ma soltanto una cura: Castrazione chimica. Conto che la proposta presentata dalla Lega venga votata al più presto".
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Il ministro si riferisce all’episodio dello stupro subito da una ragazzina di soli tredici anni dopo che il fidanzato è stato picchiato e costretto ad assistere, insieme ad altri componenti del gruppo, allo stupro della sua ragazza nei bagni pubblici di un famoso parco di Catania, Villa Bellini alle 19.30, quindi un orario normalissimo. Racconta la vittima: "Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato che ha 17 anni gliel’ha detto non so quante volte. Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato". E ancora: “Mi hanno afferrata e hanno costretto il mio fidanzato a guardare”.
Un episodio gravissimo che mostra come il livello delle aggressioni sia divenuto ormai intollerabile e desti enorme allarme sociale nella popolazione e soprattutto nelle donne. E spesso si tratta di gruppi di disperati immigrati, come è avvenuto nel caso siciliano. Gente che non ha niente da perdere ma forse qualcosa potrebbe perderlo in futuro, se la norma proposta dalla Lega fosse finalmente approvata. In secoli meno tolleranti e poco illuminati dalla torcia illuminista, la punizione per questi reati sarebbe stata ben altra e i delinquenti avrebbero perso non solo la voglia ma proprio lo strumento dell’esecuzione dello stesso. Ora i tempi (purtroppo) sono cambiati ma la misura è colma. E quindi ben venga la proposta della Lega che si batte da anni per la castrazione chimica dei manigoldi, ma già si sono levanti gli scudi sfavillanti dell’ideologia a proteggere, come al solito, i criminali.
Sacerdotesse di sinistra hanno sentenziato che la castrazione chimica non servirebbe a nulla perché il problema sarebbe “ambientale” e non biologico e cioè è l’ambiente brutto e cattivo che genera il delinquente e quindi bisogna agire, secondo questi alti profeti di un basso culto, sulla scuola, sulla formazione, sul dialogo, sul convincimento. Ed intanto le donne continuano ad essere stuprate e da ultimo anche i maschi perché per certe ”culture”, si sa, non fa molta differenza. La castrazione chimica non è una misura definitiva e irreversibile ma è a tempo. I farmaci abbassano la libido dei soggetti particolarmente focosi agendo sul testosterone, l’ormone principe di queste manifestazioni aggressive.
Negli Usa, Russia, Polonia, Israele, Regno Unito, Nuova Zelanda e Portogallo la castrazione chimica è utilizzata nell’ambito di un percorso riabilitativo alternativo alla reclusione che può scegliere liberamente il soggetto. Del resto la castrazione chimica è utilizzata come preliminare al processo di trasformazione transessuale da uomo a donna, nel processo di femminilizzazione. Quindi nessuna violenza per il condannato e nessuna evocazione di ghigliottine e ordigni similari ma solo una perdita della libido, per oltre transitoria, una volta scontata la pena. Essendo la misura, come detto, assolutamente volontaria, non si tratta di questioni filosofiche, non si tratta di biopolitica, spesso citata a sproposito, si tratta di intervenire su un reato particolarmente odioso a volte legato anche ai femminicidi, di cui tanto si parla. Perché non sperimentare?