Tentata estorsione al re del vino Sassicaia. "Paga o ti bruciamo i vigneti"
Il responsabile è stato intercettato dai carabinieri, si tratta di un informatico di Trieste. Voleva 150mila euro da convertire in bitcoin
Ricatti alla famiglia che produce il Sassicaia: è un truffatore seriale
Un ricattatore seriale è stato intercettato, al termine di una lunga indagine condotta dai carabinieri. L'uomo, un informatico di 47 anni di Trieste, minacciava da mesi la famiglia Incisa della Rocchetta che produce il celebre vino Sassicaia a Bolgheri, in provincia di Livorno. "I soldi o bruciamo le vigne". Il truffatore - si legge su Repubblica - avrebbe cercato di spillare all’azienda una piccola fortuna, 150 mila euro, tramite una serie di mail minatorie inviate una dopo l’altra nella scorsa primavera. Nei messaggi aveva indicato una procedura non tracciabile (attraverso siti internet) in cui fare transazioni per trasformare euro in valuta digitale Bitcoin, ma gli investigatori sono riusciti a risalire a lui con strumenti e tecniche altrettanto sofisticate.
Alla fine - prosegue Repubblica - è scattata la denuncia, con l’accusa di tentata estorsione, mentre ancora si lavora per stabilire il numero di aziende finite nella rete e per stabilire l’eventuale coinvolgimento di complici. La famiglia Incisa della Rocchetta già nel recente era stata vittima di un'altra truffa legata alla contraffazione del vino (annate tra il 2010 e il 2015). Le bottiglie arrivavano dalla Turchia, le etichette, i tappi e la carta velina dalla Bulgaria, il vino dalla Sicilia: il prodotto finale era destinato a facoltosi clienti russi, cinesi e coreani, ma anche a ristoratori toscani. La truffa fu interrotta sul nascere dal lockdown e poi dalle indagini della Guardia di finanza.