Morta per un intervento al naso col medico scelto su Tik Tok: "Lo studio era senza autorizzazione"
Il gip di Roma ha convalidato il sequestro preventivo del centro medico di Roma dove il 4 novembre scorso è stata sottoposta ad un intervento di rinoplastica parziale Margaret Spada
Morta per un intervento al naso, ecco l'autopsia
Una morte avvenuta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile "a sofferenza acuta" la cui origine dovrà essere accertata con gli esami tossicologici e istologici per capire cosa è stato somministrato prima e dopo il malore. E' questo il primissimo dato che emerge dall'Autopsia di Margaret Spada, la ragazza morta nel corso di un intervento di rinoplastica parziale, svolta oggi all''istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata di Roma.
Morta per un intervento al naso, lo studio era senza autorizzazione
"Lo studio del medico dove è stata operata Margaret Spada, non risulta autorizzato per attività procedurali". È quanto comunica il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. La 22enne originaria del Siracusano, è morta al Sant'Eugenio dopo aver effettuato l'anestesia locale per un intervento di rinoplastica nell'ambulatorio di un centro medico della Capitale, in zona Eur. "Daremo agli investigatori e ai Nas tutte le informazioni. Da una prima analisi, non ci risulta un'autorizzazione sanitaria valida. Queste sono le informazioni che ho assunto in via sommaria. Gli uffici stanno approfondendo", afferma Rocca a margine di una conferenza al Sant'Andrea.
Il gip di Roma ha convalidato il sequestro preventivo del centro medico di Roma dove il 4 novembre scorso è stata sottoposta ad un intervento di rinoplastica parziale Margaret Spada, la 22enne originaria del siracusano poi deceduta il 7 novembre. In base a quanto si apprende la misura è stata disposta, su richiesta del pm Erminio Amelio, per il rischio di "reiterazione del reato".
Sul fronte dell'indagine, che vede accusati di omicidio colposo due medici, i carabinieri del Nas svolgeranno un nuovo sopralluogo all'interno della struttura per verificare se fossero presenti, al momento del malore, strumenti per le emergenze come il defibrillatore o medicinali da utilizzare in caso di shock anafilattico come il cortisone. Un elemento già acquisito è la totale mancanza di documentazione, compreso il consenso informato, all'interno del centro dove non sono stati trovati neanche atti legati alla contabilità. Gli inquirenti dovranno, inoltre, analizzare il cellulare della ragazza deceduta per ricostruire gli accordi, presi in estate, per effettuare l'intervento. La giovane avrebbe chattato con il figlio del titolare dello studio a cui avrebbe mandato anche l'esame dell'elettrocardiogramma via WhatsApp.