Tivoli, ecco le cause dell'incendio: rifiuti abbandonati e impianto fuori uso
A bruciare sarebbero stati cumuli di spazzatura abbandonati. Le ultime verifiche sull’impianto nel 2016, assenti le squadre anti incendio
Tragedia all'ospedale di Tivoli, ecco le cause e l'origine dell'incendio
Cumuli di rifiuti di ogni genere ammassati sul retro dell’ospedale accanto al cancello secondario di accesso di viale Roma. Da qui è partito il rogo che ha causato almeno due morti nell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli nella tarda serata di venerdì insieme con l’evacuazione di oltre 200 persone, 134 pazienti e personale medico e sanitario. La polizia scientifica ha effettuato un sopralluogo per capire se le cause dell’incendio siano dolose oppure accidentali, ma rimane il fatto che a bruciare siano stati contenitori in plastica per rifiuti speciali insieme con decine se non centinaia di buste di plastica piene di rifiuti ospedalieri di ogni genere, in parte accumulati in un locale di servizio lambito dalle fiamme, ma soprattutto ammucchiati in un passaggio stretto fra due edifici in un cortile al piano -2 dell’ospedale. Ed è su questo in particolare che si concentra l’attenzione della polizia impegnata nelle indagini aperte dalla procura di Tivoli per omicidio colposo.
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Tragedia all'ospedale di Tivoli, il sistema antincendio fuori uso
Francesco Menditto, infatti, ha già le idee abbastanza chiare sulla dinamica dell’incendio di ieri notte. “Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza, da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e attraverso le quali al momento possiamo escludere il dolo" precisa. Alcune aree dell’ospedale sono sotto sequestro ed è probabile che nei prossimi giorni si proceda con le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Dietro all’incendio che è costato la vita a tre persone, riporta Il Giornale, c’è un indistinto menù di incuria, controlli mancati, impianti vecchi, appalti e sub appalti al risparmio. Tutto parte dall’impianto antincendio che non ha funzionato. L’ultimo controllo risale al 2016, nell’ambito di una serie di interventi che avevano riguardato una ventina di ospedali nel Lazio per verificare la sicurezza e il corretto funzionamento delle "docce" antifiamme. E per di più, in base a quanto denunciano i sindacati, nell’ultimo periodo nell’ospedale San Giovanni Evangelista le squadre di servizio di guardia anti-incendio non erano presenti nella struttura. Il servizio era stato appaltato a diverse società.
Un sistema installato ex novo ben 23 anni fa grazie ai fondi erogati alle Asl per il Giubileo e sottoposto ad aggiornamento e manutenzione nel lontano 2016. Ebbene da 4 anni, secondo gli operatori sanitari, l’impianto funzionava a singhiozzo e da almeno 4 mesi era completamente fuori uso. Ma sulle carte e certificazioni delle imprese appaltatrici, incaricate dalla Asl della cura del sistema antincendio, la magistratura avrebbe già disposto il sequestro per accertare le esatte responsabilità.
Negli anni scorsi, inoltre, tutto il personale dell’ospedale ha seguito i corsi anti-incendio, ma non ha fatto alcuna prova di evacuazione. Non stupisce scoprire che l’ospedale di Tivoli era stato catalogato da Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, tra gli 8 peggiori d’Italia. Il report, presentato a fine ottobre, è uno strumento di valutazione a supporto di programmi di audit clinico e organizzativo. Il lavoro di Agenas ha fotografato la performance degli ospedali del Ssn nel 2022 mostrando le luci e le ombre. E proprio l’ospedale San Giovanni Evangelista era finito tra quelli in "ombra" con indicatori negativi nell’area osteomuscolare, nefrologia e chirurgia generale. "Il volume di attività - si legge nel rapporto - è inferiore alla soglia (tolleranza del 10%) fissata dal regolamento riguardante la definizione degli standard ospedalieri o desumibile dalla letteratura scientifica". Il primo a volere la verità su eventuali negligenze e su quei controlli mai più fatto da 7 anni a questa parte è il ministro della Salute Orazio Schillaci: "Non so cosa può essere successo, ma abbiamo massima fiducia negli inquirenti". Il Tempo, inoltre, afferma che l’azienda nel 2021 avesse segnalato il problema dell’antincendio, ma che la Regione non stanziò i fondi necessari.