Tivoli, maxi-consulenza sull'incendio all’ospedale. La rabbia dei parenti
La procura di Tivoli disporrà una maxi consulenza per accertare le cause effettive dell'incendio divampato. Nel frattempo i parenti chiedono chiarezza
Tivoli, maxi-consulenza sull'incendio all’ospedale
La procura di Tivoli disporrà una maxi consulenza per accertare le cause effettive dell'incendio divampato, nella tarda serata di venerdì scorso, all'ospedale San Giovanni Evangelista nel quale hanno perso la vita tre anziani pazienti. Gli accertamenti riguarderanno, con tutta probabilità, l'impianto antincendio e i sistemi di sicurezza che sarebbero dovuti scattare in caso di cortocircuito.
l procuratore Francesco Menditto ha affidato questa mattina l'incarico per le autopsie sui corpi delle vittime, autopsie che saranno effettuate nei prossimi giorni. Il fascicolo, ancora a carico di ignoti, ipotizza i reati di omicidio plurimo colposo e incendio colposo. Acquisiti inoltre una serie di atti e documenti che andranno analizzati da chi indaga.
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Sarà quindi la consulenza ad accertare cause e dinamiche sul sistema. “L’impianto di sicurezza antincendio è ora sotto indagine. Certamente, molte delle cose che sono state dette sono parzialmente imprecise. Le squadre antincendio c’erano. L’impianto era costantemente in manutenzione ed era stato revisionato. Il piano di evacuazione esiste: ce lo hanno confermato i tecnici – ha detto Giorgio Giulio Santonocito, direttore generale della Asl Roma 5, intervenendo in diretta nel corso della trasmissione di Rai 1 “Storie Italiane” – Altra inesattezza: è stato detto che gli impianti dei gas medicali non avrebbero funzionato. Abbiamo certezza, invece, che hanno continuato a funzionare grazie ai gruppi di continuità. Le porte tagliafuoco erano state revisionate da poco tempo, altre erano state sostituite, alcune erano in ordinazione, quattro o cinque, e stavano per arrivare. Chi è entrato ci ha detto che le porte sono state trovate funzionanti. Anche qui non significa che tutte abbiano funzionato. Alcune potrebbero essere state ostruite da qualche ostacolo fisico caduto durante l’incendio. Questo potrà essere accertato solo dalle indagini.Non mi permetto di smentire quello che hanno scritto i giornali. Sarebbe scorretto e arrogante smentire da parte mia alcunché”. “Non faccio ipotesi sulle cause dell’incendio. Aspetto la relazione dei vigili del fuoco e le conclusioni della magistratura. In settimana verrà istituita una commissione d’inchiesta regionale che non si sovrapporrà al lavoro degli inquirenti – ha dichiarato il presidente del Lazio Francesco Rocca -. Per la riapertura dell’ospedale ci vorranno settimane. La struttura deve essere dissequestrata appena terminate le indagini della Procura. Stimo una riapertura, e non solo del pronto soccorso, non prima di 90 giorni”
"In segno di profondo cordoglio per le vittime dell'incendio divampato nella notte tra l'8 e il 9 dicembre nell'Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, proclamo una giornata di lutto cittadino per domani, martedì 12 dicembre". ha scritto il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, in una nota. "La decisione è stata presa d'accordo con il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo, essendo due dei deceduti cittadini di Guidonia Montecelio, e una terza vittima di Roma. Per la giornata, tutti gli edifici comunali esporranno le bandiere a mezz'asta e verranno sospese tutte le manifestazioni pubbliche in programma".
Tivoli, la rabbia dei parenti delle vittime morte nell'incendio all'ospedale
L'incendio che venerdì notte ha devastato l'ospedale di Tivoli ha anche provocato un blackout elettrico che potrebbe essere stata la causa della morte di tre persone. Ne sono convinti i familiari delle vittime che, il giorno dopo, denunciano l'accaduto ai media. I tre morti erano tutti anziani, uno di questi era nel reparto cardiologia attaccato a macchine salvavita. Alcuni parenti ipotizzano anche che durante il caos dell'incendio siano state fatte anche scelte di "priorità" sui pazienti da portare fuori prima.
Secondo qualcuno a provocare i danni non sarebbe stato soltanto il fumo, ma anche il corto circuito provocato dalle fiamme, che potrebbe aver mandato in tilt apparecchiature fondamentali per la sopravvivenza di alcuni pazienti. Ad esserne convinta è anche Barbara Ilari, figlia di Giuseppina Virginia Facca, morta durante il rogo.