Tracce di medicinali nei formaggi grattugiati italiani, uno lo compriamo tutti
Le analisi sono state eseguite presso il FoodLab del Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli
Tracce di medicinali nei formaggi grattugiati italiani, ecco quali
Lo studio condotto su 37 campioni di formaggi grattugiati, inclusi alcuni con denominazione di origine protetta (DOP), ha prodotto risultati significativi riguardo alla presenza di farmaci veterinari e aflatossina M1.
La stragrande maggioranza dei campioni (33 su 37) è risultata priva dei contaminanti cercati, superando con successo le analisi condotte. Tuttavia, in quattro casi sono state individuate tracce di medicinali zootecnici, sebbene entro i limiti di legge per la conformità.
Nel dettaglio, nel Parmigiano Reggiano DOP grattugiato fresco è stata rilevata la presenza di sulfadimidina (0,718 mcg/kg), mentre nel Gran Biraghi Formaggio stagionato fresco 100% latte italiano è stato rinvenuto il meloxicam (0,576 mcg/kg). Allo stesso modo, nel Lidl Antichi Maestri Grana Padano DOP grattugiato fresco oltre 14 mesi è stata riscontrata la presenza di meloxicam (0,738 mcg/kg), e nel Coop Gli Spesotti Mix di formaggi grattugiato è emerso il carazololo (0,535 mcg/kg).
Questi principi attivi farmaceutici sono autorizzati per l'uso nei bovini da latte e servono a diverse funzioni, come il trattamento delle mastiti, il sollievo dai dolori articolari nelle mucche e il supporto alla fertilità e all'induzione del parto. È da notare che ciascun medicinale ha un tempo di sospensione prescritto dal veterinario per garantire che le concentrazioni nel latte rimangano entro i limiti consentiti. I limiti di legge (Regolamento UE 37/2010) per i farmaci veterinari si riferiscono alla materia prima (il latte) e non al prodotto finito (il formaggio).
Le analisi sono state eseguite presso il FoodLab del Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, mirando a individuare la presenza di medicinali vietati e quelli con un limite di legge inferiore a 100 mcg/kg tra quelli autorizzati. Come scrive arabonormannaunesco.it, la dottoressa Luana Izzo, responsabile della qualità del FoodLab, ha chiarito che la contaminazione è stata riscontrata in soli quattro campioni su 37, con concentrazioni dei principi attivi al di sotto dei limiti di legge.
L'assenza di aflatossina M1 indica un'adeguata attenzione delle aziende verso questa pericolosa sostanza. Le conclusioni di queste analisi sottolineano la complessità della filiera alimentare e l'importanza di garantire elevati standard di sicurezza in tutti i suoi processi.
Sebbene la maggior parte dei campioni testati sia risultata priva di contaminanti significativi, la presenza di tracce di medicinali in alcuni prodotti solleva interrogativi sull'origine e la gestione delle materie prime utilizzate nella produzione alimentare.
Le risposte delle aziende coinvolte evidenziano l’importanza del rispetto dei limiti di legge e dell’uso responsabile dei farmaci negli allevamenti per garantire il benessere animale. Tuttavia, l’analisi sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e controllo nella catena di produzione alimentare, con particolare attenzione alla gestione delle materie prime e alla tracciabilità dei prodotti finiti.