Trapani, Ernesto Favara condannato all'ergastolo per omicidio: due anni fa uccise la moglie con 12 coltellate

La Corte d'Assise, dopo ore di consiglio, ha confermato quanto richiesto dall'accusa. Ammessa l'aggravante della premeditazione

Di Redazione Cronache
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Favara condannato all'ergastolo per omicidio: due anni fa uccise la moglie a coltellate

Ernesto Favara, il 64enne accusato dell'omicidio della moglie Maria Amatuzzo avvenuto in una frazione di Castelvetrano nel dicembre 2022, è stato condannato all'ergastolo. Lo ha deciso oggi, lunedì 22 luglio, la Corte d'Assise di Trapani presieduta dal giudice Enzo Agate. Il giorno della Vigilia di Natale del 2022, l'uomo ha ucciso con 12 coltellate all'addome la giovane moglie 29enne tra le mura della loro abitazione a Marinella di Selinunte, in provincia di Trapani. Il movente sembra essere quello passionale: il marito sarebbe stato geloso della giovane donna con la quale aveva anche due figli gemelli, affidati da tempo a una comunità.

L'omicidio di Maria Amatuzzo

Il 24 dicembre di due anni fa, la coppia non viveva più insieme: Amatuzzo aveva deciso di lasciare Favara e andarsene. I loro rapporti erano tesi, litigavano spesso e, in più, l'uomo aveva già cercato di uccidere la donna. Qualche tempo prima del femminicidio, il 64enne aveva cercato di strangolare la moglie usando una lenza da pesca. Lei aveva presentato querela, salvo poi ritirarla. Il quel sabato invernale, Favaro e Amatuzzo avevano litigato ancora, solo che questa volta la lite è finita nel sangue. A incastrare l'uomo, oltre alle prove forensi, sono state le testimonianze dei vicini di casa che avevano sentito delle grida, e le parole del fratello dell'assassimo. Come riporta Fanpage.it, Antonino Favaro avrebbe raccontato: "Ero a casa e stavo dormendo, quando ho sentito qualcuno che gridava 'aiuto, aiuto', mi sono affacciato dal balcone del primo piano sul cortile e ho visto mio fratello ancora con il coltello in mano".

La condanna per omicidio: ergastolo per Ernesto Favara

Oggi, in aula, l'avvocata della difesa, Margherita Barraco, ha presentato la propria arriga, depositando una memoria difensiva in cui chiedeva la derubricazione dell'accusa in preterintenzionale, cercando di dimostrare come l'atto non fosse stato premeditato. Dopo ore di consiglio, la Corte d'Assise di Trapani ha confermato la richiesta della pubblica accusa, ovvero l'ergastolo per omicidio volontario aggaravato dalla premeditazione (esclusi invece le aggravanti dei motivi abietti e futili).

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