Truffa assicurazioni, autolesioni per simulare veri incidenti: 8 fermi

Sequestrati un appartamento di 150 metri quadrati, due magazzini, una Range Rover Evoque 2019, una Bmw, un Piaggio Vespa, una Mercedes e una Audi

Polizia di Stato: sgominata a Milano la "banda della catenina"
Cronache
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Truffe assicurazioni, falsi incidenti stradali ma vere fratture: 8 fermi, l'associazione criminale ha agito dal 2007 al 2020

Una storia di truffe feroci - in tutti i sensi - ai danni delle assicurazioni. Otto le persone fermate, individuati come membri di un'associazione criminale che tra il 2007 e il 2020 si sarebbe resa responsabile di una serie di frodi a numerose compagnie di assicurazione attraverso la denuncia di falsi incidenti stradali.

Ma se gli incidenti stradali non erano mai accaduti le fratture che le "vittime" riportavano erano verissime. Allo scopo di rendere credibile l'imbroglio, infatti, gli arti delle vittime venivano danneggiati deliberatamente.

A queste modalità spietate si aggiungono, inoltre, i casi in cui il gruppo ha acquisito con raggiri e estorsioni pratiche riguardanti altri incidenti, sempre con vittime persone con diverse fratture.

L'operazione della polizia di Stato è stata eseguita a Palermo e nelle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese, e ha coinvolto 31 persone, di cui 8 risultate destinatarie dei provvedimenti di fermo e sequestro preventivo, emessi dalla procura di Palermo.

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Truffe alle assicurazioni, un giro d'affari da milioni di euro

Quasi tutti hanno denunciato di essere stati investiti mentre percorrevano vie cittadine su biciclette. Un giro daffari superiore ad alcuni milioni di euro che le compagnie assicurative hanno corrisposto, a titolo di risarcimento, per le gravi lesioni dei denuncianti.

Le indagini dei poliziotti del commissariato di Brancaccio ha permesso di bloccare la liquidazione di alcuni indennizzi riguardanti altri incidenti stradali i cui importi richiesti risultavano superiori a alcune centinaia di migliaia di euro.

Soltanto per le pratiche individuate per i falsi sinistri stradali, che rappresentano una esigua parte dei numerosi sinistri gestiti dall'associazione criminale (i cui capi sarebbeo Vincenzo Maccarrone, Giuseppe Zizza e Matteo Matteo), il volume d’affari è stato molto rilevante, quasi due milioni di euro, in quanto sono stati liquidati dalle compagnie indennizzi pari a 704.068 euro, riuscendo a bloccarne altri, nel frattempo richiesti, per un importo totale di 1.025.000 euro.

Inoltre, uno degli indagati avrebbe occultato i proventi concorrendo alla intestazione fittizia di beni mobili a un familiare, anch'egli indagato, che in realtà di fatto erano di proprietà di uno dei capi dell'organizzazione. Le indagini hanno riguardato diversi incidenti stradali, denunciati a Palermo, in Piemonte e in Lombardia, da palermitani recatisi in quei luoghi, ufficialmente per cercare lavoro oppure in vacanza.

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Le indagini sono state avviate dal commissariato di Brancaccio nell'aprile 2020, quando presso l'Ufficio postale Acqua dei Corsari di Palermo, in via Galletti, era stato indagato in stato di libertà, una persona in possesso di una carta d'identità contraffatta appena utilizzata nel tentativo di aprire un conto corrente. In quel contesto si è scoperta che un'altra analoga operazione era stata compiuta da un altro degli indagati, che aveva però presentato un documento autentico. Da quel momento le indagini sono proseguite con acquisizioni di documentazioni varie, ma soprattutto con intercettazioni.    

Sono state acquisite anche le confessioni rese da due "vittime" di incidenti stradali, le quali hanno raccontato dell'organizzazione dei rispettivi falsi incidenti, delle fratture subite e degli importi liquidati dalle compagnie assicuratrici, che sono stati acquisiti quasi interamente dagli organizzatori del gruppo criminale.

Tre indagati avrebbero assunto il ruolo di prestanome per l'apertura di conti correnti, gestiti di fatto dai capi dell'organizzazione, sui quali sono confluiti cospicui indennizzi concessi agli "infortunati", ma rimasti nell'esclusiva disponibilità dell'associazione che si sarebbe avvalsa dell'aiuto di alcuni pregiudicati presenti nel nord Italia i quali hanno fornito appoggio logistico e hanno partecipato ad alcuni dei falsi incidenti.   

I tre capi godevano di un tenore di vita estremamente dispendioso, dimostrando di avere notevoli disponibilità finanziarie. Sono stati così effettuati gli accertamenti patrimoniali individuando beni mobili e immobili i prestanomi. E' stato così disposto il sequestro di alcuni beni mobili e immobili: un appartamento di centocinquanta metri quadrati; due magazzini; una vettura Range Rover modello Evoque del 2019, una Bmw X4 del 2019 una Fiat 500 del 2018, una Smart del 2017, una moto Honda SH del 2019, una Honda 125 del 2020, un Piaggio Vespa 150 del 2016, una Mercedes Glc del 2018, una Audi del 2017.

Inoltre 15 dei 31 indagati sono stati segnalati in quanto percettori, direttamente o attraverso i loro familiari, del reddito di cittadinanza. Gli otto fermati sono stati condotti in carcere e il gip ha disposto per Maccarrone e Zizza la custodia cautelare in carcere, per Corrao gli arresti domiciliari, per altri due indagati l'obbligo della presentazione all polizia giudiziaria; tre indagati sono stati rimessi in libertà.

 

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