Cancro, in Italia aumentano le diagnosi ma diminuiscono i decessi. L'indagine

Sono stati presentati all'Istituto Superiore di Sanità i dati relativi ai tumori: 20mila casi in più rispetto al 2020. La causa principale? Lo stile di vita

di Redazione
Cronache

I numeri del cancro nel 2023: aumentano le diagnosi ma diminuiscono i decessi

Pochi giorni fa sono stati presentati all'Istituto Superiore di Sanità i nuovi dati relativi al nostro Paese: nel 2023 sono stimate 395mila nuove diagnosi di tumore, circa 20mila in più rispetto all'ultima rilevazione del 2020. Lo riporta il Corriere della Sera. Le cattive notizie non finiscono qui, purtroppo. Perché il numero di casi è destinato a crescere (secondo le proiezioni in media, ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne). 

Perché non cala (o persino peggiora) il numero di connazionali che hanno uno stile di vita poco salutare, ovvero fumano, consumano alcolici, non praticano alcuna attività fisica e sono sovrappeso: tutti fattori che fanno lievitare parecchio il rischio di ammalarsi di cancro. Perché diminuisce, invece, la quota di quanti partecipano a quegli screening per la diagnosi precoce che possono salvare la vita. C’è però, per fortuna, una nota positiva: per molte neoplasie migliora la mortalità e molti pazienti guariscono e convivono con la malattia per molti anni. 

 

Perché il numero dei casi continua ad aumentare? "È una tendenza che va avanti da diversi anni e che continuerà-risponde Francesco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) — perché va di pari passo con l'invecchiamento della popolazione italiana.

Il cancro in un caso su due colpisce uomini e donne durante la terza età: le statistiche indicano chiaramente che più o meno la metà dei nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia riguarda una persona con più di 65 anni.

L'esercito dei baby boomer (nati fra il 1946 e il 1964) sta man mano arrivando a questa soglia d'età e insieme alla quota di anziani è destinata a crescere pure quella dei pazienti oncologici. Poi di certo fa la sua parte la diffusione delle cattive abitudini: fumo, sedentarietà, sovrappeso, abuso di bevande alcoliche sono sempre più comuni, mentre la dieta mediterranea perde terreno. Ma un caso di cancro su tre sarebbe evitabile semplicemente evitando questi comportamenti a rischio e seguendo un'alimentazione sana".

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Perché invece la mortalità scende? "Perché, negli ultimi 20 anni, sono aumentate le diagnosi precoci grazie gli screening- spiega Massimo Di Maio, direttore dell'Oncologia medica dell'Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute- perché ci sono stati importanti miglioramenti nelle terapie e perché il livello della nostra assistenza tramite il Ssn è elevato. 

In 13 anni (2007-2019), in Italia, sono state evitate 268.471 morti oncologiche e la mortalità è stata più bassa di quanto ci aspettavamo. Un traguardo importantissimo, che non è stato raggiunto in molti altri Paesi europei o, ad esempio, negli Stati Uniti, dove riceve le cure migliori solo chi può permettersi un'assicurazione medica. Così oggi un milione di persone nel nostro Paese sono completamente guarite dal cancro e il migliaia di altri casi, una percentuale sempre maggiore, siamo riusciti a rendere il tumore una malattia cronica, con la quale si può convivere anni".

Il futuro che ci attende

"Stando alle proiezioni statistiche, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia salirà, in media dell’1,3% per anno negli uomini e dello 0,6% per anno nelle donne — dice Cinieri, direttore dell’Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale Perrino di Brindisi —. Una crescita che ci aspetta riguardi innanzitutto i tumori più frequentiseno nelle donne (+0,2% per anno), prostata negli uomini (+1,0% per anno) e polmone in entrambi i sessi (+1,3% per anno)".

L' importanza della prevenzione

"Numeri alla mano, oltre un terzo dei tumori è dovuto a stili di vita dannosi (fumo, cattiva alimentazione, sovrappeso, sedentarietà)- conclude Di Maio- per cui ognuno di noi potrebbe fare molto per non ammalarsi solo seguendo buone abitudini quotidiane, poche regole, a costo zero. Dall'analisi dei fattori di rischio comportamentali, però, emerge che non ci sono stati grandi miglioramenti negli ultimi 15 anni. Anzi, i dati peggiorano o restano stabili: il 24% degli italiani 18-69enni fuma (uno su quattro più di un pacchetto di sigarette al giorno); il 29% è completamente “sedentario”; più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale (il 33% in sovrappeso e il 10% obeso); solo il 7% dei connazionali consuma le 5 porzioni di frutta e verdura consigliate al giorno; il 17% fa un consumo di alcolici definito a “maggior rischio” per la salute, per quantità o modalità di assunzione".

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