Ungheria, "Il dossier resti 2 anni nel cassetto". De Pasquale fermò Storari

Guerra aperta alla Procura di Milano. Arriva la confessione del pm Storari sul caso Amara. "Ero da tenere alla larga. Gli rovinavo il processo Eni"

Paolo Storari (Lapresse)
Cronache
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"Il dossier Ungheria 2 anni nel cassetto". De Pasquale fermò Storari

Il caso Amara regala ogni giorno un colpo di scena. L'ultimo in ordine di tempo riguarda il pm Paolo Storari, indagato per la cessione dei verbali sulla presunta loggia Ungheria all'ex consigliere Piercamillo Davigo. Dagli interrogatori - si legge sul Giornale - emerge in maniera evidente una guerra ormai aperta e senza esclusione di colpi all'interno della Procura di Milano. Alla fine tutto verte sullo stesso tema, la gestione da parte di De Pasquale del processo all’Eni e i suoi tentativi di salvare la faccia dell’avvocato Pietro Amara, da lui utilizzato come superteste. E che invece con le sue rivelazioni a Storari sulla presunta loggia Ungheria appariva sempre più come un avvelenatore di pozzi, un calunniatore di mestiere al servizio di manovre e interessi oscuri.

L’indagine non parte perchè non doveva partire. Storari - prosegue il Giornale - dice di averlo appreso esplicitamente dal procuratore aggiunto De Pasquale: che non si fidava di lui, «ero da tenere alla larga, diceva che gli rovinavo il processo Eni». «A dicembre 2019 ho un interlocuzione con il dottor De Pasquale, Amara sta parlando di Ungheria da un paio di settimane e De Pasquale mi dice: questo fascicolo deve rimanere per due anni nel cassetto». «Mi ero sentito dire di infrattare il fascicolo», sintetizza Storari.