Università, da Torino a Napoli proteste: "Stop al bando con Israele"
Da Nord a Sud, si moltiplicano le iniziative negli atenei italiane per chiedere il boicottaggio del bando di collaborazione con Israele
Gli atenei italiani protestano per chiedere ai rettori di non partecipare al bando Maeci Italia-Israele
La Rete Studentesca per la Palestina oggi a Napoli ha occupato il rettorato della sede centrale dell'Università in segno di protesta per il bando di collaborazione scientifica con Israele. "Oggi la Federico II e il suo rettore Matteo Lorito - è scritto in una nota - si sono svegliati così: abbiamo deciso di porre in essere un'azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna. Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie, mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati da una parte - sdoganando un linguaggio bellico più che preoccupante - e depoliticizzati".
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"Quanto sta accadendo in Palestina in questo momento porta per noi il nome di genocidio: il bando Maeci, la fondazione Med'or, gli accordi stretti tra Italia e Israele a livello accademico, economico, militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell'accademia con il criminale progetto di d'Israele di cancellazione del popolo palestinese", proseguono gli attivisti in una nota. Gli studenti sostengono che "porteranno avanti la loro battaglia fino ad acquisita garanzia di rescissione degli accordi tra l'università presieduta dal rettore Matteo Lorito e l'entità sionista".
Firenze, 200 tra prof e dipendenti dell'Università chiedono lo stop al bando Maeci.
"Non aderire al bando di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele pubblicato dal Maeci". È quanto chiedono con una lettera-appello ai propri rappresentanti oltre 200 tra docenti, assegnisti, dottorandi e tecnici-amministrativi dell'Università di Firenze, facendo riferimento alla protesta nazionale in corso contro il bando "che ha raccolto la sottoscrizione di quasi 2.000 accademici italiani e richiamato le istituzioni italiane al proprio obbligo di prevenire e di non essere complici in atti di genocidio secondo la Convenzione Onu del 1948, oltre che al precedente del Senato Accademico dell'Università di Torino, che ha giudicato non opportuna la partecipazione al bando Maeci, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza".
Alla rettrice, ai componenti del Senato accademico e al Cda dell'Ateneo fiorentino i firmatari chiedono di seguire l'esempio di Torino, per "non abdicare ai fondamentali valori di umanità e solidarietà di fronte ad una strage ripugnante che si sta svolgendo, giorno dopo giorno, proprio sotto i nostri occhi". I firmatari invitano i loro colleghi a "opporsi all'approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando Maeci nei propri dipartimenti" e preannunciano ulteriori iniziative nel prossimo futuro per ottenere risposta alle proprie istanze e per mantenere alta l'attenzione sul massacro di Gaza.
Mobilitazioni al Politecnico di Torino
Dal Politecnico di Torino gli studenti chiedono il blocco del bando Maeci in collaborazione con il Ministero della Tecnologia di Israele. "Il Politecnico di Torino ricopre da anni un ruolo fondamentale nella ricerca, a livello nazionale e europeo, ricerca che, mascherandosi dietro a innocua ricerca in campo civile e seguendo le logiche del 'dual use', spesso e volentieri viene convertita all'utilizzo militare - scrivono gli attivisti di Cambiare Rotta in una nota - Lo dimostrano gli accordi e le partnership strategiche con aziende della filiera bellica o direttamente con lo stato di Israele, responsabile del genocidio del popolo palestinese, a cui si aggiungono le esplicite posizioni, al fianco dei privati e delle linee guida europee, del nuovo rettore Stefano Corgnati".