Usa, il perito balistico: "Trump si è salvato perché ha spostato la testa"

Intervista a Massimiliano Burri

di Eleonora Perego
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Thomas Matthew  e Massimiliano burri
Cronache

Attentato a Trump, il perito balistico parla con Affari: "Falle nella bonifica dell'area e smontaggio dell'arma. Ma ecco perchè il Tycoon si è salvato"

Sicurezza e precisione. Due cose che sono decisamente mancate nella notte (italiana) di sabato, quando l’ex presidente Usa Donald Trump è stato ferito all’orecchio da uno sparo, durante un comizio in Pennsylvania. L’attentatore è stato immediatamente neutralizzato, ma non prima di aver esploso dai cinque ai sette colpi, che hanno raggiunto - oltre al Tycoon - anche altre tre persone.

Sicurezza, dicevamo, compito del Secret Service americano, che è stato subito messo sotto accusa per la falla nel sistema che ha permesso all’attentatore di salire indisturbato sul tetto di un fabbricato vicino e puntare l’arma contro Trump. Ma anche precisione, quella dello stesso cecchino, un 20enne di nome Thomas Matthew Crooks, che ha fallito il “colpo della vita” nonostante l’arma impugnata, che alla cronaca risulta essere una carabina AR 15.

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Per capire quale di questi due aspetti abbia inciso maggiormente sulla riuscita dell’attentato, cosa sia passato per la testa all'attentatore di Donald Trump e, non da ultimo, cosa i Servizi Segreti americani (messi sotto la lente d’ingrandimento dal Congresso) abbiano sbagliato, Affaritaliani.it ha parlato con Massimiliano Burri, perito balistico del Tribunale di Roma, Armiere e Consigliere del Banco Nazionale di Prova.

Partiamo dalla questione più tecnica, che tipo di arma ha usato Thomas Matthew Crooks?

Non abbiamo la certezza assoluta, perché l’FBI si rifiuta di fornire dati sulla sparatoria. Ma dalle caratteristiche tecniche pare essere una carabina AR 15 calibro 223-5,6 mm, che funziona in modalità semiautomatica. Può impiegare caricatori da 10/20 o 30 colpi. Si tratta di un’arma non troppo lunga, con una canna da 16 pollici (35-36 cm), e che usa una cartuccia che riesce a imprimere al proiettile una velocità di circa 950 metri al secondo. Un’arma leggera che pesa circa 3 kg, ergonomica, ma soprattutto molto precisa.

Eppure sembra che questa “precisione” sia mancata...

È vero, ma per caratteristiche che non dipendono dall’arma in sé. In primo luogo, il soggetto bersaglio (in questo caso Trump) era in continuo movimento, durante il discorso. Questo ha fatto sì, probabilmente, che l’attentatore non sia riuscito a indirizzare il proiettile dove sperava.

Inoltre, dalla storia di Crooks emerge la mancanza di esperienza: è ovvio che se non conosci quello che devi fare, sei “improvvisato”, hai maggiori probabilità di sbagliare. Questo fa capire che molto probabilmente dietro non c’è nulla, tranne la follia di questo ragazzo.

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Anche la distanza sembra fosse molto ridotta.

La distanza, in effetti, non era molta viste le caratteristiche dell’arma impiegata. Si parla di un tetto di un fabbricato a 137 metri di distanza, proprio di fronte al palco dove stava parlando Trump. Una distanza veramente limitata, considerando che sono stati fatti tiri con quell’arma anche da 1 km. E infatti, ribadisco, non è questo il punto.

E qual è?

Semplicemente l’errore nella mira, che può appunto esser dipeso dal movimento del bersaglio e dall’inesperienza. Di certo possiamo dire che Crooks ha sparato per uccidere: l’ex presidente è stato colpito mentre parlava sul palco da un proiettile di piccolo calibro all’orecchio destro. Questo ci fa capire che aveva mirato alla testa e che per un vero e proprio miracolo il Tycoon non è stato colpito.

Parliamo della sicurezza. È inevitabile pensare che qualcosa sia andato storto nella gestione dell’evento...

Sicuramente è mancato qualcosa nel servizio di sicurezza. Non c’è stata la cosiddetta “bonifica dell’area”: quando ci sono grossi avvenimenti la zona viene prima circondata, e controllata passo per passo dalla polizia, anche con l’ausilio dei cani. Dopodiché la zona dovrebbe essere sigillata: e questo è mancato! Il controllo successivo non c’è stato. Inoltre c’è da considerare che l’arma, qualunque arma, può essere smontata: l’attentatore l’avrà scomposta nelle sue parti e messa in una custodia, in uno zaino. Questo non toglie, ovviamente, che la sicurezza avrebbe dovuto accorgersene.

Negli Stati Uniti procurarsi un’arma è molto semplice. Anche in questo caso lo è stato?

Sì, l’AR 15 è un’arma molto diffusa negli Stati Uniti, essendo un prodotto nazionale fabbricato da oltre 60 anni. E poi, essendoci molta concorrenza, il prezzo è assai contenuto: si parla di circa 600 dollari. In ogni caso, un civile compra questo tipo di arma solo ed esclusivamente per caccia o per tiro a segno. Non ha altri impieghi.