Vance a Roma incontra Parolin: protocollo rispettato ma i corvi pensano a un nuovo asse Usa-Santa Sede
Il vice di Trump incontra il vice di Bergoglio: visita da pari grado ma pesano l'Ufficio della Fede di Washington e la scelta “di Dio per rifare grande l'America”
Vance a Roma incontra Parolin: protocollo rispettato ma i corvi pensano a un nuovo asse Usa-Santa Sede
Quattro anni dopo conversione al Cristianesimo, il vice Trump J.D. Vance arriva a Roma per incontrare la Premier, Giorgia Meloni e – non a sorpresa – il cardinale e Segretario di Stato, Pietro Parolin. Da un punto di vista di protocollo diplomatico, è l'incontro tra due alti rappresentanti di due Stati, gli Usa e il Vaticano che è lo Stato che ospita la Sede episcopale della Chiesa ma l'assenza di un incontro diretto col Papa ha scatenato il “sacro gossip” sul “vero obiettivo di Vance”.
I corvi vedono una nuova stagione di relazioni tra Vaticano e Usa, dopo la "cura" Bergoglio
E i bene informati, o i corvi come sono stati soprannominati durante i giorni del ricovero di Papa Francesco, vedono dietro la visita di Vance un tentativo di riallacciare i rapporti tra Santa Sede e la Chiesa Americana, logorati lentamente dal Papa che ha voluto seppellire una stagione di scandali.
E poi? Per gli “Ispirati dal maligno”, come qualcuno li ha definiti, la seconda chiave di lettura dell'incontro è quella di accreditare “meglio” l'attuale Governo Americano con le sue politiche, in cambio di un appoggio per salita del cardinale Parolin, al Soglio Pontificio, come naturale sostituto di Papa Francesco. Insomma, una strategia che va ben oltre le relazioni diplomatiche tra due Stati.
Vance bacerà l'anello pastorale di Parolin?
Sulla stretta di mano, che però potrebbe essere preceduta dal classico bacio dell'anello pastorale, simbolo di sottomissionne di Vance alla Chiesa, pesano però come un macigno i primi mesi di governo Trump. A partire dalle scelte Usa sull'immigrazione, per finire con l'Ufficio della fede” voluto dal presidente all'interno della Casa Bianca. Si chiama "Faith Office" ed è stato affidato alla telepredicatrice Paula White.
Il giornale della Cei sull'uso politico della Bibbia da parte di Trump
Infine, la Santa Sede ha mostrato imbarazzo nei confronti dei continui richiami alla Bibbia, tant'è che l'Avvenire, giornale della Conferenza Episcopale, ha pubblicato a fine febbraio un elzeviro a firma di Paolo Naso, politologo e decente emerito a La Sapienza, che ha bollato la “religione di Trump” come “l’uso politico della Bibbia non è una novità, anche se nel caso di Trump ci pare si superi la soglia della strumentalizzazione per arrivare a una trivializzazione del testo sacro, al quale si ricorre per garantire un’aura religiosa alla propria azione politica”. Insomma un affondo i pieno stile che stigmatizza quello che lo stesso Naso un autunno ha già bollato così: “Il nazionalismo cristiano come religione dell'impero”.
Seguendo la sintassi religiosa della Casa Bianca, Parolin incontrerà il numero 2 del “neocristianesimo imprenditoriale”, mentre “l'incarnazione scelta da Dio per rifare grande l'America resterà seduto a Washington”. Per il candidato alla successione di Bergoglio, l'appuntamento è da libro di storia.