Vaticano, i cardinali volevano l'hotel Bulgari. "Louis Vuitton è già nostro?"
Le intercettazioni ambientali svelano le manovre della Segreteria di Stato. Non solo il palazzo di Londra, c'è molto di più
Vaticano, i cardinali volevano l'hotel Bulgari. "Louis Vuitton è nostro?"
Lo scandalo Vaticano non accenna a placarsi, il 27 luglio comincerà il processo a carico dell'ex cardinale Angelo Becciu e degli altri indagati per le manovre finanziarie che hanno sottratto fondi alla Chiesa. Ma nel mirino non c'è solo la compravendita dell'ormai celebre palazzo di Londra, dalle intercettazioni telefoniche - si legge sulla Verità - emergono altri retroscena sulle trattative in corso da parte dei cardinali. Il sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato Edgar Pena Parra, chiede: "Il palazzo di Luis Vuitton è nostro no?" . Immediata arriva la correzione del funzionario Fabrizio Tirabassi. "Eh, Bulgari", puntualizza e conferma la stessa tesi anche il monsignor Carlino, vice di Becciu: "Bulgari".
Pena Parra continua: "Quello sarà il futuro. Si può aprire - prosegue la Verità - una prospettiva importante signor Capaldo, molto importante. Poi si cerca una soluzione per rientrare dalle perdite economiche dopo l'acquisto del palazzo di Londra. Monsignor Carlino propone una soluzione: "Su Londra questi possibili affittuari se loro sono disposti a contribuire alla sopra elevazione in modo tale che noi gli scontiamo l'affitto". Poi Pena Perra dice: "Possiamo tirare fuori tutto, del palazzo rimane più del 10%. E così è senza tasse".