Vaticano, "Opere di carità del Papa". Così Becciu evitava controlli sui soldi
Il grande accusatore Perlasca: "Bisognava dare 100 mila euro ad una cooperativa e mi chiese come si potesse fare, non sapevo fossero per il fratello". I verbali
Vaticano, "Opere di carità del Papa". Così Becciu evitava controlli
Lo scandalo Vaticano non smette di regalare nuovi retroscena sulle manovre per far circolare il denaro della Chiesa in operazioni finanziarie poco trasparenti. Come quella che ha portato alla compravendita dell'ormai celebre palazzo di Londra da parte della Santa Sede attraverso il broker Gianluigi Torzi. C’è una nuova informativa della Gendarmeria di Papa Francesco, del 21 giugno 2021, - si legge sul Fatto Quotidiano - che inguaia l’ex cardinale Becciu e che avrebbe spinto il Pontefice a dare il suo nulla osta definitivo al processo per abuso d’ufficio e peculato che inizierà il 27 luglio. Gli investigatori sono andati a verificare le dichiarazioni rese a verbale dal grande accusatore di Becciu, il suo ex braccio destro monsignor Alberto Perlasca, rese a verbale il 15 marzo 2021.
Secondo Perlasca, - prosegue il Fatto - "un giorno mons. Becciu mi disse che bisognava fare un bonifico di 100.000 euro a una cooperativa in Sardegna (...) mi disse quindi di pensare a come si sarebbe potuto fare (...) io non sapevo né di che cooperativa si trattasse (...), né che c’era di mezzo il fratello”. Quindi "la soluzione": “trasmettere – si legge nel verbale – l’importo alla Caritas diocesana di Ozieri con casuale: opere di carità del Santo Padre".