Bayer, via il capo: mal digerito acquisto Monsanto che utilizza pesticidi

Caso Bayer: fondere un colosso farmaceutico con uno agroalimentare. Rischio grovigli tecnologici problematici? Dimesso CEO del colosso tedesco. Scopri di più

di Antonio Amorosi
Cronache

Il CEO di Bayer Baumann si è dimesso. Chiesto lo scioglimento del gruppo. Nel 2018 acquistò Monsanto. Dal 2015 le azioni Bayer in calo. Il caso

Un colosso farmaceutico che acquisisce un gigante delle biotecnologie agrarie. Venne descritta in modo incolore l’operazione più imponente degli ultimi anni che nel 2018 portò la tedesca Bayer ad acquistare Monsanto, società americana leader di sementi e pesticidi, con un esborso, nel pagamento delle azioni, da circa 66 miliardi di dollari.

In queste ore si è dimesso il CEO della Bayer, Werner Baumann, a lungo criticato, sia dagli azionisti che dai consumatori, per l’operazione del 2018. Sulle cifre del gruppo peserebbero da anni i miliardi di spese legali per procedimenti e pagamenti transattivi dovuti a Monsanto.

Quando si parla di Monsanto viene immediatamente alla mente il glifosato, uno dei pesticidi più importanti al mondo e sicuramente il più utilizzato in Italia.

In laboratorio il glifosato provoca danni genetici e stress ossidativo, ma negli studi sugli esseri umani la cancerogenicità non è stata ancora dimostrata con assoluta certezza. La IARC, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, lo ha inserito nella categoria dei "probabili cancerogeni" e non in quella dei “carcinogeni certi”.

L’esposizione ai pesticidi risultata comunque un fattore di aumento dei casi di leucemie infantili, malattie neurodegenerative e tra questi il Parkinson. Emergerebbe anche un’importante correlazione epidemiologica tra l’impiego del glifosato (riscontrato anche nel sangue e nelle urine degli agricoltori) e il linfoma non-Hodgkin. Anche qui gli studi vanno approfonditi, essendovi una mancanza di certezze su quantità, modelli di esposizioni ed effetti sul breve, medio e lungo termine.

Nuovi studi sono necessari per capirne la portata e comprendere l’effetto della diffusione sui territori ma di sicuro la sovrapposizione tra agroalimentare e farmaceutica non depone a favore di una semplificazione della tracciabilità per i consumatori. Il rischio è un intreccio tra rami industriali prima non connessi che può essere rinforzato dalle nuove tecnologie, dall’ingegneria genetica all’Intelligenza artificiale. Ma il glifosato sembra aver pesato, non poco, nelle critiche all’acquisizione di Bayer e a Baumann.

Bayer in Italia ha una importante presenza: una sede storica a Milano. Per l’area Crop, conta centri di ricerca e sviluppo in tutto il Paese, una sede commerciale a Parma e un centro produttivo nella provincia di Ancona. Monsanto ha invece tre sedi: Milano, Parma e in provincia di Firenze.

Il fondo sovrano di Singapore, Temasek, tra i maggiori azionisti con oltre il 3%, e diversi attivisti investitori anglosassoni chiedono da tempo un cambiamento nelle politiche del gruppo. Il problema fondamentale è che le azioni di Bayer sono, anche se con balzi alterni, in calo da anni.

Gli investitori attivisti chiedono addirittura lo scioglimento del gruppo. Dalla metà dello scorso è stato chiaro che Baumann non avesse intenzione di prolungare il proprio contratto, che in realtà durava fino al 2024. Se Bayer, con i suoi farmaci da banco quali l'aspirina, fosse separata dai prodotti agroalimentari, vedrebbe le proprie azioni valutate di più e meglio. Questo permetterebbe di ridurre i rischi legali e reputazionali e ai prodotti agrochimici di essere separati dalla casa madre.

L'ex capo della storica rivale farmaceutica svizzera Roche, Bill Anderson, un provato esperto farmaceutico, dovrebbe prendere la guida del colosso tedesco. Tutto sembra andare verso la diversificazione anche se in passato la direzione aziendale del gruppo aveva ripetutamente respinto tali piani e fatto riferimento anche a sovrapposizioni tra ricerca farmaceutica e agricola, con un uso dell'ingegneria genetica.

 

 

 

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