Via mamma e papà dalla Cie, Francesca Vecchioni: "Con questa sentenza hanno vinto i bambini e le bambine"

Mamma con la compagna Alessandra, la figlia di Roberto Vecchioni commenta: “Spinte estreme, non solo cattoliche, che portano a una divisione sociale”

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Via mamma e papà dalla Cie, chi ha vinto: “I bambini e le bambine”, parola di Francesca Vecchioni

La sentenza di Cassazione che ha stabilito la cancellazione dalle carte d'identità dei minorenni la dicitura “madre e padre”, in favore di un ritorno a “genitori” scatena un'onda di polemiche che sembra non finire mai. Cattolici e cattolici oltranzisti protestano mentre il mondo Lgbtq+ festeggia

Parla Francesca Vecchioni, madre di due bimbe con una compagna

La domanda “in base a questa sentenza chi ha vinto?”, Affaritaliani.it l'ha posta a Francesca Vecchioni, figlia del cantautore, docente e ora anche uomo tv su La7, Roberto Vecchioni, nonno di due gemelle che Francesca ha avuto con la compagna Alessandra Bogno. Francesca è presidente dell'Associazione Diversity Lab impegnatissima, anche con l'omonima Fondazione nella diffusione della cultura della “diversità, inclusione e equità”

Francesca, ripartiamo da chi ha vinto con la sentenza...

“I bambini e le bambine hanno vinto. Era già "genitore" prima e voglio ricordare che questo ricorso è stato chiesto da Salvini e che evidentemente è una richiesta ideologica. Già allora il Garante per la privacy aveva segnalato il problema e Salvini ha voluto mettere “madre e padre”. La la casella più obiettiva è quella legale: genitore”.

Quindi a suo avviso la sentenza restituisce il “diritto” ai piccoli?

“La dicitura "padre e madre" non ha un fondamento giuridico e se apriamo anche tutte le fonti del diritto Europeo, apriamo un mondo. Diciamo che in realtà la tutela dei bambini e delle bambine è ancora incompleta. Ci sarebbe ancora da fare e l'Ue più volte ci ha chiesto di creare tutele in questo senso. Genitore comprende tutto ciò che non è madre e padre. E poi la realtà dei fatti è che “padre e madre” significava inserire una discriminante”.

Famiglia Cristiana l'ha definita una “sentenza gender”, che ne pensa?

“La sentenza dichiara un dato di fatto: tutte le famiglie legittime rappresentano i genitori. Se ci sono due madri, una biologica e l'altra adottiva, sono genitori a tutti gli effetti. Come si fa a metterla nel campo “padre”. Vorrei chiedere la ragione ma mi viene in mente solo omofobia o ideologica per negare un diritto”.

La battaglia con i cattolici continuerà ancora?

“Vedo che ci sono spinte estreme, e non solo cattoliche, che mi spaventano e che portano a una divisione sociale. Noi dovremmo riuscire a trovare ponti e unificazioni perché la sostenibilità e l'inclusione siano una cosa che fa bene a tutte le persone. Penso e immagino che non trovano altre ragioni se non l'abbattimento dell'altro e la gerarchia tra buoni e cattivi, come se ci fossero bimbi di Serie A e Serie B. Un genitore si riconosce dal ruolo, non è una patente legata al genere. C'è una legittimazione di toni discriminatori, atteggiamenti d'odio con prese di posizione, politiche e pubbliche e spero che ne rendano conto”.

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