Villa Santanchè a rischio demolizione. Figlio "fantasma" imputato e prescritto
L'inchiesta sull'immobile di Pietrasanta è durata cinque anni. Nove richieste di sanatoria andate a vuoto. Ora il Comune potrebbe decidere di intervenire
Villa Santanchè, la pratica aperta da dieci anni e i ricordi dell'ex sindaco
Emergono altri dettagli sul nuovo caso Santanchè, quello relativo alla villa in Versilia a Pietrasanta intestata al figlio Lorenzo Mazzaro. Sull'inchiesta che è durata cinque anni, relativa ai presunti abusi edilizi - riporta Il Fatto Quotidiano - poi è intervenuta la prescrizione. Portici e verande realizzati dal 2014 al 2016 senza autorizzazione paesaggistica, che hanno poi cercato per nove volte di sanare. La dichiarazione di estinzione del reato intervenuta nel 2020 non ha portato a successivi ordini di ripristino, spettanti semmai al Comune di Pietrasanta che solo ora cerca di riannodare i fili di una pratica rimasta stranamente aperta per dieci lunghi anni. Ma che potrebbe chiudersi ora, con un'ordinanza di demolizione.
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Le opere abusive sono ancora in godimento della proprietà - sostiene Il Fatto - solo ben nascoste dalle siepi e da assi di legno ancorate ai cancelli per impedire che qualcuno da fuori li possa notare. Cosa di cui la “proprietaria” era non solo pienamente consapevole ma assai preoccupata, al punto da utilizzare gli stessi vigili che le avevano contestato le irregolarità per allontanare eventuali fotografi, curiosi e giornalisti. L'ex sindaco di Pietrasanta racconta un retroscena del 2015. "La incontrai in bici Santnachè, voleva cacciare - dice Domenico Lombardi a Il Fatto - giornalisti e curiosi: sapeva che c'erano controlli in corso". Sul figlio di Santanchè: "Se l'ho incontrato qualche volta? Non conoscevo neppure il nome, non sapevo neppure avesse un figlio".