Viterbo, rave indomabile. Pecore uccise, carcasse di cani ed è nato un bimbo

La ministra Lamorgese: "Presto sarà ripristinata la legalità". Ma 5 mila persone sono ancora lì da 6 giorni con la musica a tutto volume

Cronache
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Viterbo, rave indomabile. Pecore uccise, carcasse cani e un parto

Il rave di Viterbo è diventato ormai un caso politico. I ribelli non cedono alle minacce e l'evento non autorizzato è giunto ormai al sesto giorno. Nonostante le rassicurazioni della ministra dell'Interno Lamorgese: "Presto sarà ripristinata la legalità", la festa non si è mai interrotta. Solo alle prime luci dell'alba un po' di gente sta cominciando ad abbandonare il luogo della festa. Per ora i blindati della polizia restano alle uscite, per non permettere nuovi ingressi. Un elicottero, nel frattempo, sorvola la zona.

La musica - si legge sulla Stampa - pompa a tutto volume. Alle dieci del mattino, le quattro del pomeriggio, le tre di notte. Non si ferma mai. Intorno alle casse a migliaia ballano, si abbracciano, bevono, fumano, tirano, riempiono siringhe. Diecimila persone hanno occupato un terreno privato, un’azienda agricola al centro di un’area protetta dove vivono cormorani fagiani e caprioli. Un morto per annegamento, quattro persone in coma etilico ricoverate in ospedale, decine di interventi delle ambulanze che percorrono di continuo la strada che porta al rave-party, carcasse di cani e c'è anche stata una donna che ha partorito.

"E’ accaduto tutto in una notte, li abbiamo trovati con i miei operai al mattino. Abbiamo denunciato ma non è accaduto nulla», racconta alla Stampa Piero Camilli, il proprietario del terreno. "Hanno rotto un cancello per entrare, rubato il gasolio, pezzi di trattore, i cani di chi sta partecipando al rave party hanno ucciso le mie pecore. Vendono eroina e cocaina sul mio terreno e lo Stato ha deciso di trattare? Perdonatemi ma mi vergogno di essere italiano». La strategia adottata dalla Prefettura è di non voler arrivare a uno scontro. Si tiene sotto controllo la zona dove non è possibile accedere né uscire senza essere identificati e vanno avanti i contatti con i gruppi organizzatori del rave per convincerli a andare via.