Zaki l’ingrato rifiuta il volo di Stato. Il principino pronto per la politica?

Il ricercatore detenuto in Egitto ha rifiutato qualsiasi coinvolgimento ufficiale con l’Italia nonostante le molte soluzioni prospettategli

Di Giuseppe Vatinno
Patrick Zaki
Cronache

Zaki l'ingrato rifiuta il volo di Stato e frega il governo. Il principino della Sinistra pronto per fare politica

E così Patrick Zaki, il ricercatore detenuto in Egitto, ha fregato il governo e ha rifiutato qualsiasi coinvolgimento ufficiale con l’Italia nonostante le molte soluzioni prospettategli. Quindi niente volo di Stato, niente accompagnamento diplomatico per questo ingrato furbacchione che ha solo sfruttato l’Italia per salvare le terga e poi defilarsi alla grande.

Il ricercatore, apparso bello paffutello nonostante la detenzione, segno che poi non deve essere stato così male nelle carceri egiziane, ha mostrato il suo vero volto di opportunista ed ha lasciato il governo in braghe di tela. E a poco serve la presa di consapevolezza tardiva del ministro Guido Crosetto che ha detto che la decisione di tornare in Italia con un volo di linea “ha fatto risparmiare soldi all’Italia”.

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Resta una figura di tolla di rare proporzioni. Il principino della sinistra alternativa e radical chic ha compiuto un gesto eclatante che probabilmente gli sta preparando un dorato futuro politico, come del resto ha fatto Carola Rackete, la scaltra “capitana” dei migranti che si presenterà alle prossime europee. Dopo la liberazione Zaki, con tono sussiegoso, aveva dichiarato: "non so ancora se passerò da Roma, non è che io non voglia ma devo ancora capire tante cose".

E poi ancora: "C'è un leggero cambiamento nei piani poiché è venuto alla nostra attenzione che i documenti ufficiali per revocare il divieto di viaggio saranno finalizzati domenica a mezzogiorno. Quindi, dopo dovremo viaggiare per assicurarci che la mia situazione legale sia chiara al 100%. Stai tranquilla Bologna, arrivo tra un paio di giorni, dobbiamo solo aspettare altri due giorni".

Lo statista bolognese ancora non aveva fatto outing ma evidentemente aveva un piano ben preciso per mandare a segno lo sgarbo al governo e all’Italia che tanto si è spesa per salvarlo. Se infatti non fosse stato per la politica mai il presidente al Sisi lo avrebbe graziato. Eppure Zaki ha recitato magistralmente il ruolo del finto disperato dopo che il tribunale l’aveva condannato a 3 anni. Poi la disperazione della fidanzata e della madre hanno tratto in inganno tutti e così Giorgia Meloni si era precipitata a chiedere al presidente di aiutare il giovane virgulto studente bolognese che ha poi messo tutti nel sacco.

E così “Zaki l’ingrato” ha dimenticato prontamente quanto asserisce di aver passato e ora filosofeggia dalle piramidi del Cairo sorseggiando un the alla menta.

“Zaki l’ingrato” non vuole stringere la mano a Giorgia Meloni e al centro – destra al governo. In un mondo utopico sarebbe bello che un esecutivo intransigente gli rispondesse per le rime dicendogli: “C’è un leggero cambiamento nei piani poiché è venuto alla nostra attenzione che sei un ingrato e te ne resti in carcere in Egitto”, ma purtroppo la frittata è fatta. Resta solo da sperare che la Meloni, Crosetto, il ministro dell’Interno Tajani, capiscano di che pasta è fatta certa gente e per il futuro e si comportino conseguentemente. Valeva la pena fare questa figuraccia internazionale per dimostrare un inutile buonismo, senza valutare quello che poteva accadere?

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