A Milano luci e colori di Monet, specchi della sua anima
Genio inventivo della visione Claude Monet seppe vedere nel rapporto di luci e colori quello che nessuno aveva intuito. Tra i pittori suoi contemporanei fu il maggior collezionista di stampe giapponesi e, dopo l’invenzione della pittura en plain air, si fece costruire quel grande giardino di Giverny che divenne via via un meraviglioso parco di mille colori con uno stagno, circondato da salici, dove fluttuavano le ninfee.
“Mi ci è voluto molto tempo per comprenderle. Le ho piantate e coltivate senza pensare a dipingerle…Poi tutto a un tratto ho avuto la rivelazione della magia del mio stagno. Ho preso la mia tavolozza…”, affermò.
Al grande pittore, “padre degli impressionisti”, nato a Parigi nel 1980 e morto 86enne a Giverny, è dedicata la mostra “Monet”, da domani nelle sale di Palazzo Reale a Milano.
Un percorso che si snoda cronologicamente attraverso una cinquantina di opere provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi.
Il visitatore è accolto da una ricostruzione video: si cammina su fluttuanti ninfee dello stagno per poi attraversare un campo di papaveri …
Il ritratto del figlio Michel, del 1883, è l’ultimo realizzato dall’artista prima di abbandonare la pittura figurativa per quella del paesaggio.
Alla metà dell’800 lo sviluppo della rete ferroviaria e l’invenzione del colore in tubetto permisero non solo di viaggiare, ma soprattutto di dipingere all’aria aperta: nascono le sue marine, i paesaggi e scene familiari - in mostra “La moglie Camille sulla spiaggia di Trouville-.
Monet non imita i colori reali, ma li interpreta in relazione alla luce e al contesto. Più che il soggetto gli interessa il modo in cui viene trasfigurato dalla luce. Le sue tele sono percorse da pennellate frettolose per catturare la luminosità che muta di continuo.
Ritrae lo stesso soggetto in condizioni di luce diverse, dai toni rosati dell’alba a quelli più intensi e freddi della mattina fino a quelli più caldi.
Ecco le tele del ponte Charing Cross e del Parlamento inglese, i cui dettagli sono dissolti in ampie zone di colori freddi, con la nebbia che sembra annullare il soggetto.
Poi i riflessi dell’acqua, i bagliori, le trasparenze che si trovano nei quadri dipinti sul laghetto del giardino giapponese della sua casa di Giverny e le ninfeee dal tocco espressionista, appena schizzate, i fiori come semplici tocchi di colore e infine, mentre lotta con la cecità, ecco che la forma svanisce, lasciando il posto al movimento e al colore.
La tela diventa via via più indecifrabile: salici piangenti, siepi di rose… assumono sempre più una dimensione onirica.
“La mia povera vita mi fa vedere tutto annebbiato”, dirà nel 1922
“Monet. Dal Musée Marmottan Monet, Parigi”
Palazzo Reale - Piazza Duomo, 12 Milano
18 settembre 2021– 30 gennaio 2022
Ingressi: intero € 14,00 Audioguida inclusa – ridotto € 12,00 Audioguida inclusa
Informazioni e prenotazioni: +39 02892992
www.monetmilano.it