Alberto Sordi Family Award '22, premiato il direttore di affaritaliani Perrino

Il direttore Perrino si aggiudica, nell'ambito dell'editoria digitale, il premio nato nel 2017 ideato e condotto da Igor Righetti, cugino di Alberto Sordi

Il direttore di affaritaliani.it Angelo Maria Perrino riceve il premio Alberto Sordi Family Award 2022 da Igor Righetti
Culture
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Pesaro, il premio Alberto Sordi Family Award 2022 al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino

Si è svolta al teatro sperimentale di Pesaro la cerimonia di consegna del premio Alberto Sordi Family Award 2022, prestigioso riconoscimento che ogni anno, dal 2017, viene assegnato ad artisti italiani e internazionali e a personaggi del mondo dell’informazione, della cultura e dell’imprenditoria che si sono distinti per il loro talento e per aver contribuito a far crescere, culturalmente e nello spirito critico, la società nel suo complesso. Un premio ideato e presentato dal giornalista e conduttore radiotelevisivo Igor Righetti, cugino di Alberto Sordi, in collaborazione con gli altri familiari Sordi e Righetti e con Orazio Anania, promotore dell’Apoxiomeno International Award e dell’International Police Award Arts Festival, perché il ricordo dell’Alberto nazionale sia sempre presente.

I premiati di quest’anno sono stati Angela Mariella, direttrice di Rai Isoradio (sezione radiofonia); Angelo Maria Perrino, direttore del quotidiano digitale Affaritaliani.it (editoria digitale); Riccardo Signoretti, direttore dei settimanali Nuovo e Nuovo Tv intervenuto in collegamento a causa di un impegno imprevisto (editoria periodica); il cantautore Povia, vincitore nel 2006 del Festival di Sanremo con il brano “Vorrei avere il becco” (sezione musica); Andrea De Micheli, fondatore,  presidente e amministratore delegato di “Casta Diva Group”, azienda quotata su Euronext Growth Milan, presente in 4 continenti e in 15 città (sezione tv, comunicazione e creatività); l’attrice star di Bollywood Shefali Shah, per la prima volta in Europa, vincitrice del National Film Award come migliore attrice non protagonista  per la sua interpretazione in “The Last Lear” e protagonista della serie Netflix “Delhi crime” (sezione cinema). Durante la serata, Povia ha emozionato il pubblico con il suo brano “Siamo italiani”.

Negli anni passati l’”Alberto Sordi Family Award”, un bellissimo bassorilievo dorato raffigurante il vigile Otello Celletti, interpretato da Sordi nel 1960, disegnato dal maestro Giuseppe Raffa e realizzato da Aurart di Massimo Palombo, è stato assegnato, tra gli altri, ai Premi Oscar Colin FirthHellen Mirren e Robert MorescoGina LollobrigidaMark StrongMatt Dillon, al regista Andrei KončalovskijAntonella Ponziani (ultima musa di Federico Fellini), alla contessa Patrizia de Blanck (con la quale Alberto Sordi ebbe una bella storia d’amore nel 1971), al programma “Striscia La Notizia” e al direttore della fotografia Giovanni Mammolotti.

“Questo premio si sposa perfettamente con l’International Police Award Arts Festival - dice Igor Righetti - in quanto Alberto era molto sensibile al tema della legalità e altrettanto vicino con simpatia alle Forze dell’ordine. Non a caso ha interpretato vari personaggi in divisa. Alberto fu il primo grande attore italiano politicamente scorretto. I suoi film ci divertivano, erano istruttivi e di denuncia del malcostume politico e morale, di speculazioni, convivenze e ricatti. Alberto mi diceva che la voce e l’immagine continuano a vivere anche dopo la morte. È vero, lui non è più tra noi ma i suoi film lo hanno reso immortale. Un artista che ha dedicato la propria vita al suo pubblico che considerava una famiglia, quello stesso pubblico che non lo dimenticherà mai perché Alberto è entrato nel cuore di tutti e, probabilmente, è stato ed è tuttora l’attore italiano più amato”. 

Al termine della cerimonia di consegna, il pubblico ha assistito all’evento-spettacolo ricco di emozioni, ideato e condotto da Igor Righetti, “Alberto Sordi segreto” tratto dall’omonimo libro pubblicato da Rubbettino e scritto da Righetti con la prefazione del critico Gianni Canova, giunto alla decima ristampa in due anni dall’uscita e che ha collezionato 5 premi letterari di cui due internazionali. Il pubblico ha così scoperto, per la prima volta, la vita dell’Alberto nazionale fuori dal set, dalle interviste e dalle apparizioni televisive ufficiali raccontata dal suo familiare che lo ha frequentato fin da quando Righetti era bambino. 

“Un evento-spettacolo - spiega Igor Righetti - che da 2 anni, dal centenario della nascita di Alberto, ho già presentato in 53 città italiane. Ho aspettato il centenario per celebrarlo con il libro e con lo spettacolo perché a noi familiari aveva fatto una raccomandazione: “I vostri ricordi con me e con i nostri cari raccontateli soltanto quando sarò in orizzontale”.

Ad Alberto la parola morte non piaceva. “Allora mi farete felice - ci diceva - perché sarà anche un modo per non farmi dimenticare dal mio pubblico che ho amato come fosse la mia famiglia e per farmi conoscere alle nuove generazioni”. Così ho fatto. Con il pubblico ha condiviso la sua vita professionale, ma non quella privata sulla quale sono state create tante fake news”.  Uno spettacolo lontano dai luoghi comuni con foto inedite provenienti dagli album di famiglia, video e musica.

Il Premio internazionale Apoxiomeno a Dodi Battaglia, Sergio Rubini, Francesco Acquaroli, Daniela Poggi e Toni Capuozzo. Sempre all’interno della ventiseiesima edizione dell’International Police Award Arts Festival (Ipaaf) hanno ricevuto, tra gli altri, il Premio internazionale Apoxiomeno Carlo Mari (arte), Gaetano Savatteri e Cinzia Tani (sezione letteratura), Marco Pontecorvo, Desiree Noferini, Alexis Sweet, Richie Mehta, Shefali Shah, Sergio Rubini e Francesco Acquaroli (televisione), Marco Simon Puccioni, Parinaz Izadyar e Daniela Poggi (cinema), Gaetano Aronica (teatro), Dodi Battaglia e Mauro Maur (musica), Domenico Romano e Pietro Angelo Lo Bue (sport), Radio Esercito (sociale). Premi sono stati attribuiti a Toni Capuozzo, al film “Ostaggi” di Eleonora Ivone, a Enrico Franceschini e Sara Lucaroni, al regista Max Nardari, ai film DIA 1991 e Rebibbia Lockdown.