Buon Natale Cibicotti!

Regali non ne ho mai ricevuti, a eccezione di una volta. È stata una vigilia di Natale indimenticabile...

Di Lucrezia Lerro
Culture
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Olga aveva i capelli biondi, lunghi, gli occhi neri e la pelle scura

 

Oggi è Natale. Almeno un regalo potevo averlo, invece questi mi hanno rovinato tutto. Sto così male che non ce la faccio neanche a guardarmi allo specchio. Per me Natale è il giorno peggiore di tutti, non ho regali da fare io e neanche da ricevere. Niente di niente. A dire la verità regali non ne ho mai ricevuti, a eccezione di una volta. È stata una vigilia di Natale indimenticabile.

Quella volta lì una ragazzina che mi piaceva tanto mi ha regalato un maglione bellissimo. Non me lo sono mai dimenticato. Lei non aveva mai baciato un maschio e io ci ho provato. Che bella notte della vigilia è stata, una notte piena di baci. Mentre ci abbracciavamo le cantavo la canzoncina natalizia che mi aveva sempre fatto disperare. Adesso invece mi piaceva e mi piaceva tanto lei. Cantavo e mi passava la tristezza. Mi accarezzava e diceva canta che mi piace… una volta ce ne siamo andati anche sul Monte.

C’era la neve nel bosco e sembrava che tutto il mondo cantasse con noi, eravamo vicini e felici… poi non l’ho più vista la mia ragazzina. Chissà mai perché non ha più voluto farsi baciare. Se mi capitava di incontrarla per strada lei si voltava da un’altra parte e aumentava il passo, faceva finta di non vedermi, diventava tutta rossa. Una volta ho cercato di chiederle una spiegazione e mi ha detto non provarci, non avvicinarti altrimenti urlo, papà dice… di sicuro qualcuno aveva detto qualche schifezza sul mio conto ai suoi genitori. Comunque ce l’ho ancora quel regalo e se ci ripenso sono felice anche adesso.

Si chiamava Olga e aveva i capelli biondi, lunghi, gli occhi neri e la pelle scura. Se mi torna in mente ne ho subito voglia. A Natale la gente fa sempre dei regali speciali, almeno così crede. La brava gente è sempre tanto buona e disponibile. Trafficano con i regali questi qua, con il presepe e gli alberi da addobbare. Oggi però mi sento così, che non ce la faccio a non fare niente. Non mi dispiacerebbe entrare in chiesa e fregarmi il presepe di don Angelo. Adesso ci vado e me lo porto a casa, con tutti i pastori e pure la Madonna, con quell’aria sempre come se… mi piglio anche San Giuseppe e Gesù bambino con tutta la culla, l’asinello e quella mucca grassa che mi è stata sempre antipatica.

Li porto a casa mia e faccio un presepe buono per tutti, per me e per mia moglie si intende, un presepe di quelli che non ti dimentichi più. Ci metto i pastorelli, i santi e tutti quegli angeli che riempiono la grotta. Gli angeli portano fortuna e a me ne servirebbe parecchia di fortuna per guarire dalla malinconia. Chissà che faccia farebbe la Bella vedendomi arrivare a casa con i pastori e tutto il resto. Me lo prendo in chiesa quello che mi serve. I cattolici sono buoni, è gente che capisce.



Che Dio li benedica uno per uno! Me la sento già mia moglie che dice te l’ho sempre detto che non stai bene… te l’ho sempre detto che il presepe non mi piace, non ci credo io a queste puttanate. Mi sa che lei sta peggio di me, ma il problema è che non lo sa, oppure fa finta di non saperlo, ma io cosa ci posso fare? Il cretino è sempre uno, gli altri fanno da sfondo. In questo caso è toccata a me la parte da recitare, quella buona e quella cattiva. Mia moglie è strana, a me non mi convince.

Oggi è Natale. Adesso esco e torno a mani piene, con il presepe di don Angelo nel sacco. Quello sì che sta bene, ha capito come fottere gli altri con le messe, così li fotte tutti. Io non voglio una messa, il presepe invece lo voglio oggi, alla faccia del prete e dei paesani, alla faccia della Bella che resta sempre in casa come un cane da guardia e a volte mi sembra che lo sia davvero un cane. Certi giorni abbaia, altri addirittura morde. Mentre dormo mi morde. Meno male che non ho figli, quelli sì che sono un problema. I bambini vogliono ridere e ricevere regali. Io non posso far felice nessuno perché giro in casa con le mutande in testa, e poi non so neanche che cos’è la felicità.

Quando sono solo e mi strappo i peli del collo e della faccia mi sembra di essere felice. Io sono sempre solo e quando non lo sono è perché parlo ad alta voce, mi faccio compagnia. Io sono sempre stato così, sono bugiardo e anche infelice. A volte però mi faccio qualche discorsetto e se mi prende forte la tristezza sputo. Non mi sopporto, a volte non mi sopporto, ma non è semplice da spiegare. E poi questa cosa che tutti mi chiamano Cibicotti… io mi chiamo Piero e sono inabile al lavoro perché sono infelice. Mi chiamavano così per via di quel cartello che mio padre aveva messo davanti al suo ristorante: QUI CIBICOTTI.

Da allora queste facce di merda dei miei compaesani mi chiamano così. Ora vado a prendermi il presepe con i pastori, gli angeli, i santi e Gesù bambino. Neanche la Bella può fermarmi. Non l’ha mai saputo fare. Lei non ha mai capito che gli uomini vanno presi per la gola, per quella “gola” là… ma lei non ha immaginazione e se ne aveva forse non si sposava con me. La Bella è sempre nervosa e io le nevrotiche proprio non le sopporto, non le ho mai digerite.

Mia moglie calma non lo è mai stata ma il problema è che peggiora con il passare degli anni, altro che gallina vecchia fa buon brodo, questa invecchia e peggiora. Gli altri, sempre gli altri… a me non mi freghi. Sto perdendo il filo del discorso, passo sempre da una cosa all’altra in un attimo, devo farci attenzione perché non sono superficiale io. Dicevo di quella volta che avevo avuto un regalo, il maglioncino bello… quella volta anche mia mamma aveva pensato di farmi una sorpresa.

Mi ero appena svegliato, le campane suonavano a festa e ascoltavo il Tu scendi dalle stelle dal letto. Era mattina presto ed ero già disperato. Mia mamma entra nella mia stanza urlando lo vedi che non stai bene, non fai altro che dormire e mangiare, e poi ieri notte… ci penso io a te una volta per tutte, te lo faccio io un bel regalo… era l’ospedale il suo regalo di Natale. Poi di colpo cambia tono di voce lo faccio per te figlio mio, domani vedrai che stai meglio. Torni a casa per capodanno che sei guarito. Hai troppi pensieri, devi stare tranquillo e in ospedale ti danno una mano, ti calmano…

Mia mamma non ha mai capito niente di me, ma quando una non capisce niente perché fa un figlio? Mi ha fatto sempre del male. Miseria impestata se sono incazzato con lei. Dice che se vai via dal paese ti liberi anche dalla mamma e più vai lontano più ti liberi.