Chi tace pace! E' nostro il dolore degli ucraini

Ci sono le donne che vegliano per terra, sul petto i bambini, in attesa dei papà che nelle divise sono guardinghi sulle strade

Di Lucrezia Lerro
L'autrice Lucrezia Lerro
Culture
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Guerra Ucraina, una poesia per Kiev

 

È nostro il dolore,

il dolore è male familiare.

È nostro il dolore degli ucraini.

Il cuore è l’aritmia che accelera allo sparo,

rimbombi per le vie delle città dell’Est.

L’aridità è di chi tace pace.

Ucraina di sfumature grigio scuro.

È nostro il colore, ha una tonalità familiare.

La pace è una geografia di altitudini,

di sguardi per lo stesso cielo.

Milano, a duemila centosettantasette chilometri,

da Kiev, la città ad Occidente. È sempre notte

nei sottopassaggi metropolitani di Kiev,

ci sono le donne che vegliano per terra,

sul petto i bambini, in attesa, dei papà

che nelle divise sono guardinghi sulle strade,

che celano agguati, che sperano di salvarsi.

È nostro il dolore,

il dolore è male familiare.

È nostro il dolore degli ucraini,

è una sfumatura di colore che indoviniamo

da lontano. Che cosa o che mostro è la guerra?

Puškin, Marina Cvetaeva, Anna Achmàtova

dove sono finiti? Dove sono i poeti delle visioni?

E Pasternak? Lui, ha scritto "mia sorella la vita."