Ermitage, passo indietro: Italia non restituirà subito le opere in prestito
Grazie alla mediazione di Ermitage Italia, le opere dovranno essere restituite ma senza fretta, con modi e tempi da stabilire caso per caso
Il direttore dell'Ermitage: "I ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi"
I musei italiani non dovranno restituire subito i quadri ricevuti in prestito dalla Russia. Alcuni giorni fa, il direttore dell'Ermitage di Pietroburgo, Michail Piotrovsky, aveva inviato a nome del ministero della Cultura russo una lettera nella quale ingiungeva l'immediata riconsegna di tutte le opere, iniziativa che era sembrata una delle tante ritorsioni alle sanzioni dell'Occidente per la guerra in Ucraina.
Ma ora - scrive Il Messaggero - grazie alla mediazione della sezione italiana dell'Ermitage, che ha sede a Venezia, i toni si sono raffreddati: la restituzione dovrà ovviamente avvenire, come accade sempre dopo un prestito, ma non c'è più fretta e tempi e modi saranno concordati caso per caso. Ieri mattina Maurizio Cecconi, Segretario Generale di Ermitage Italia, ha preso un treno per Roma per dare la notizia al ministro della Cultura italiano Dario Franceschini, e portargli una nuova lettera di Piotrovsky.
"Dispiace molto - scrive il direttore del museo che ospita la più grande collezione d'arte del mondo - che le relazioni culturali tra i nostri Paesi siano crollate in un tale buio. Se ne può uscire solo se conserviamo l'atmosfera di buona volontà e benevolenza. Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli. E cercheremo di mostrare come si fa". Non si sa ancora, però, se il ripensamento riguardi solo l'Italia o anche gli altri paesi europei ai quali era stata chiesta la restituzione delle opere, ovvero Francia e Regno Unito.