Francesco Messina, prodigi di bellezza: una grande retrospettiva a Vercelli

Una mostra celebra 120 anni dalla nascita di Francesco Messina con 120 opere nelle tre sedi: ARCA, Palazzo Arcivescovile, ex Chiesa di San Vittore a Vercelli

di Simonetta M. Rodinò
Estate (Summertime) 1989 marmo cm 96 x 140 x 66 courtesy Studio Copernico.
Culture
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Francesco Messina, prodigi di bellezza: fino al 27 febbraio in mostra a Vercelli

La retrospettiva “Francesco Messina. Prodigi di bellezza”, visitabile fino al 27 febbraio, è un vero omaggio all’artista, nato a Linguaglossa, Catania nel 1900 e mancato a Milano nel 1995.

Messina ebbe un occhio acutissimo, sia per guardare alle opere del passato sia per giudicare ciò che lui stesso veniva realizzando.

“Ho affondato le radici nello studio degli antichi, ho sezionato cadaveri di uomini e di animali per impadronirmi della grammatica delle forme. Ho disegnato migliaia di nudi per scoprire i movimenti che determinano l’architettura plastica di una statua e che sognavo mi portassero a quella musica formale che non m’illudo di avere mai raggiunto. Ho assaggiato quasi tutte le materie… per immedesimarmi nei loro suggerimenti molecolari […], scrisse.

Si cimentò infatti con diverse tipologie di marmi - da quelli di un bianco immacolato a quelli che incorporano variegate striature o la presenza di cristalli luminosi - e di legni; utilizzò la creta, la pietra e il bronzo. 

All’ingresso dello spazio dell’ARCA si è accolti dal marmo “Bianca”, dedicato alla moglie: la figura in piedi, quasi ieratica, si tiene con le mani il drappeggio appoggiato sui fianchi. Nell’ampia navata dell’ex chiesa, che accoglie 80 opere, s’incontrano grandi marmi, bronzi di danzatrici e tra questi Carla Fracci, Luciana Savignano e Aida Accolla, giovinetti, sportivi e animali.

Tra i diversi ritratti, singolare il bronzo, del 1946, che ritrae Lucio Fontana. Testa e volto espressivi, curati nei minimi dettagli: dalle rughe della fronte increspata ai baffi e all’atteggiamento riflessivo con cui il grande artista italo-argentino pare interrogarci.

Chiude la mostra una sezione dedicata ai cavalli, che ci ricordano l’immagine del grande cavallo morente modellato nel 1966 per il Palazzo della Rai di Roma.

Il Palazzo Arcivescovile ospita una quarantina di opere a carattere sacro. Il percorso ha inizio dal bronzo del 1934 “Giobbe”, nudo e inginocchiato e con l’umile corda che gli cinge i fianchi. Tra i tanti lavori, sono esposti uno dei bozzetti in bronzo della grande statua di Pio XII (collocata in San Pietro in Vaticano) e quello di San Filippo Neri.

La visita ai lavori di Messina si conclude sul sagrato dell’ex chiesa di San Vittore, da cui si ammira la suggestiva “Estate”: il marmo, del 1989, raffigura una delicatissima e bella fanciulla nuda, i capelli a coda di cavallo, il corpo provocante quasi a simboleggiare il passaggio dall’adolescenza alla maturità.

Personalità poliedrica, artista colto, Messina ebbe un costante interesse per la poesia e la letteratura, vissuto nella frequentazione di alcuni dei più importanti poeti, scrittori, ma anche artisti del secolo scorso. Divenne amico di Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Arturo Martini, Giorgio De Chirico e Carlo Carrà.

Francesco Messina. Prodigi di bellezza

18 dicembre 2021 – 27 febbraio 2022

Sedi a Vercelli:
ARCA, piazzetta S. Marco, 1 - orari: giovedì-domenica 10.00 - 19
Palazzo Arcivescovile piazza Alessandro d’Angennes, 5 - orari: giovedì - domenica 14 - 18
Ex Chiesa di San Vittore, Largo d’Azzo: vista dall’esterno

Prenotazione obbligatoria: mostre@gmail.com

Catalogo: coedizione Polistampa Firenze e Studio Copernico Milano.