“Il lago dei cigni” incanta il Teatro Rossini di Civitanova Marche

Il Balletto di Mosca approda nelle Marche con il grande classico sulle musiche di Čajkovskij

di Chiara Giacobelli
Culture

Teatro Rossini al completo per una pietra miliare del balletto internazionale: Il lago dei cigni a Civitanova Marche portato in scena dal Balletto di Mosca in collaborazione con Amat.

Vale la pena rivederlo anche se lo si è già potuto apprezzare in passato, perché Il lago dei cigni è un grande classico che non tramonta mai e sotto le festività natalizie lo si può trovare nel calendario di molti teatri italiani, insieme all’altro capolavoro di Čajkovskij: Lo Schiaccianoci. Ecco perché il Teatro Rossini di Civitanova Marche il 27 dicembre era gremito di persone di ogni età: dai bambini affascinati dalle musiche e dal luccichio dei tutù agli adulti alla loro prima esperienza, fino ad anziani che probabilmente hanno assistito per la seconda o terza volta a uno spettacolo intramontabile.


 

A metterlo in scena niente meno che il Balletto di Mosca, così tradotto in italiano ma meglio conosciuto a livello internazionale con il nome di Russian Classical Ballet: non si tratta ovviamente del prestigioso e antico Balletto Bol’šoj, ma di una compagnia talentuosa e abbastanza giovane fondata nel 2005 a Mosca e diretta da Evgeniya Bespalova. Nel suo repertorio si trovano soprattutto le grandi opere, come appunto Il lago dei cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Giselle e Romeo e Giulietta, dal momento che lo scopo della compagnia di danza è quello di conservare integralmente la tradizione del balletto classico russo.

A Civitanova Marche lo spettacolo è approdato grazie alla collaborazione con AMAT e ha visto la partecipazione di un cast di ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm: inondate di applausi, a fine spettacolo, le due protagoniste nel ruolo del Cigno Bianco e del Cigno Nero (rispettivamente Odette e Odile), il principe Siegfried e il giullare di corte, i quali si sono esibiti in passi e piroette di alta qualità, non affatto semplici, eseguiti con la massima eleganza, precisione e leggiadria. Quanto alle coreografie, si è qui mantenuta in maniera abbastanza fedele quella di Marius Petipa, colui che di fatto consacrò Il lago dei cigni alla fama mondiale. Bisogna infatti sapere che il primo libretto differiva notevolmente da quello attuale, presentando una maga malvagia al posto di uno stregone, un principe non proprio da favola che si dimostrava alquanto egoista, nonché altri cambiamenti nello svolgimento e nei dettagli della storia, tali da rendere il tutto piuttosto complesso e quindi meno adattabile a un pubblico internazionale. La prima esecuzione del 1877 fu così un flop, con numerose critiche sia in merito ai contenuti che all’esecuzione, anche a causa di ballerini non preparati per una coreografia di così alto livello. Tuttavia, quando nel 1895 il coreografo Marius Petipa prese in mano l’opera e la riadattò per renderla più agile e snella, arruolando al contempo danzatori di altissima qualità, Il lago dei cigni fu un enorme successo e da allora continua a far sognare ogni anno milioni di spettatori in tutto il mondo.


 

Svolgono ovviamente un ruolo fondamentale le splendide musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij; non soltanto il main theme che si ripete più volte con studiate variazioni, specie nelle scene con Odette e Siegfried, ma anche il resto della composizione musicale, a partire dall’incipit interamente dedicato alla musica, a palco chiuso. Curate e barocche le scenografie, che di fatto si alternano tra due ambientazioni: la prima – dai colori caldi – è il palazzo del principe e di sua madre, dove si svolgono balli e feste per il suo compleanno, ma anche dove egli cade nell’inganno di scambiare Odile per Odette; la seconda è il celebre lago su cui ballano le ragazze trasformate in cigni dalla maledizione dello stregone Rothbart, potendo tornare fanciulle solo di notte. È proprio qui che si consumano i momenti più romantici e al contempo drammatici della storia d’amore tra Odile e Siegfried, che in questa interpretazione data dal Balletto di Mosca sembra discostarsi dal libretto originario per proporre un finale positivo, con la sconfitta dello stregone e l’unione dei due innamorati.


 

Tra i momenti più esaltati, l’esibizione da solista del Cigno Nero in casa del principe, con una serie di piroette magistralmente eseguite; la danza a due del Cigno Bianco e di Siegfried, la quale raggiunge il suo apice nel finale, dove la tensione cresce, le figure in scena si moltiplicano e il pathos è accentuato dalle musiche di Čajkovskij; le esibizioni da solisti del principe e del giullare, quest’ultimo enormemente acclamato dal pubblico presente in sala; le danze delle quattro pretendenti e degli amici di corte, con gruppi di ballerini sul palcoscenico perfettamente coordinati tra loro; il celebre passo a quattro delle ragazze cigno su una delle melodie più famose di sempre. Dunque un classico che ha incantato la platea e che vale sempre la pena rivedere di tanto in tanto, specie se portato in scena da balletti di riconosciuto valore artistico.


 

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