La Spigolatrice di Sapri di mio padre
Che bello sentir parlare di poesia e di poeti. Negli ultimi giorni Luigi Mercantini, l’autore che scrisse il celebre testo La spigolatrice di Sapri nel 1858, è su tutti i giornali d’Italia. A Sapri, hanno inaugurato una statua che raffigura La Spigolatrice, alla presenza di diversi politici.
È stata considerata subito da molti opinionisti, e non solo, sessista perché non avrebbe niente a che fare con la natura nobile della vera lavoratrice descritta dal poeta nei suoi versi che raccontano la fallita spedizione di Carlo Pisacane a Sapri, che avrebbe dovuto scatenare la rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie.
Ma la statua della Spigolatrice, voluta dalla cittadinanza e dal sindaco, non è piaciuta affatto ai tantissimi che sui social la descrivono come volgare, e infedele alla poetica di Mercantini. Ma ritorno ai versi della Spigolatrice di Mercantini: “Me ne andavo al mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare (...)” Conosco questo testo fin dall’infanzia, grazie a mio padre. Da bambina me lo ripeteva come fosse stato un suo personale mantra.
Poi, in un certo senso, lo è diventato anche per me. Non l’ho mai dimenticato, persino durante la “clausura” da pandemia, l’ho ripetuto a memoria un’infinità di volte, anche mentre mi lavavo le mani per azzerare le possibilità di contagio dal virus. Ad ogni modo, è sempre una buona cosa che si parli di poesia, anche quando se ne parla in modo polemico.
Sono felice che il poeta Luigi Mercantini sia tornato alla memoria, è la poesia che vince, i versi restano sempre come il premio di una scommessa vinta. Oggi, al telefono, mio padre mi ha detto a memoria La spigolatrice di Sapri. L’ha imparata a dodici anni. Me la recita a mille chilometri di distanza. Dice un verso alla volta, con precisione.
Gli ho chiesto che cosa pensa della polemica sorta intorno alla statua celebrativa della “nostra” Spigolatrice, visto che abita a pochi chilometri da Sapri. Mi ha risposto un po’ seccato, come se lo avessi distolto dal filo della sua concentrazione: “Vuoi ascoltare la poesia o no?”