"Gli uomini che fanno piangere”. Il nuovo romanzo di Lucrezia Lerro

Edito da La Nave di Teseo

Di Yervant Gianikian
Culture

Gli uomini di cui parla il libro, purtroppo, sono attuali più che mai, non si può non distogliere lo sguardo dall’Iran

"Gli uomini che fanno piangere” è il titolo del nuovo romanzo di Lucrezia Lerro, edito da La Nave di Teseo, che sta avendo una grande accoglienza di pubblico e critica. Gli uomini di cui parla il libro, purtroppo, sono attuali più che mai, non si può non distogliere lo sguardo dall’Iran, e dal massacro che le donne stanno subendo per la liberazione dal velo. E il titolo di Lerro è anche per questo di un’attualità travolgente.

Non posso non ricordare quando nel 1996 mostravamo i nostri film al Festival di Teheran e il pubblico era diviso: da una parte c’erano gli uomini, e dall’altra le donne velate. Il pubblico era illuminato da una fioca luce verde di sorveglianza. Il libro di Lucrezia Lerro è un capolavoro, ripeto, anche per l’attualità che racconta, indaga l’umano e le sue peggiori contraddizioni.

Il nuovo romanzo di Lerro, scritto magistralmente, è la storia d’amore e disamore che non riguarda soltanto le donne, ma che si rivolge soprattutto a quegli uomini che non conoscono, purtroppo per loro, l’alfabeto dei sentimenti felici. “L’offesa”, come scrive il poeta sensibile Lucrezia Lerro, “non è mai una prova d’amore”, al contrario è prova della diseducazione sentimentale che circola nel mondo dei cosiddetti ‘adulti’ di cui Amedeo Finori, coprotagonista del libro, ne è l’esempio perfetto: un vanesio incapace di amare.

La storia che Ornella e il cardiologo vivono tra le pagine del testo, è un viaggio che mi fa pensare ad un nostro film “Pays Barbare,” io e Angela Ricci Lucchi abbiamo raccontato attraverso i fotogrammi anche la violenza fisica e psicologica che le donne subivano dai soldati italiani durante la conquista dell’Africa Orientale, nel libro di Lerro siamo in un altro macrocosmo ma il comun denominatore di fondo non cambia. Quindi, “Gli uomini che fanno piangere” andrebbe custodito come una mappa preziosa per orientarsi nel mondo, nelle sue vicende umane spesso infelici, e raccontate nei “Biglietti della paranoia” che scandiscono il romanzo.>>

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