Morta Lina Wertmuller, regista protagonista del cinema d'autore italiano

Prima donna candidata all'Oscar come regista per "Pasqualino settebellezze", premio che ebbe poi come riconoscimento alla carriera nel 2020

Culture
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Lina Wertmuller è morta all'età di 93 anni nella sua casa a roma, il cinema italiano è in lutto

È morta Lina Wertmuller. La grande regista, che aveva 93 anni, si è spenta nella notte a Roma. Era nata il 14 agosto 1928 ed aveva firmato film come Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto, Pasqualino settebellezze (per il quale fu la prima donna regista candidata all'Oscar), Mimì metallurgico, segnando la storia della commedia italiana.

Regista magistrale, protagonista del cinema d'autore italiano, il nome all'anagrafe era al secolo Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich. Lo scorso anno aveva ricevuto il premio Oscar alla carriera e nel 2019 la stella sulla Walk of Fame di Hollywood.

Il sindaco di Roma Gualtieri ha annunciato su Twitter che la camera ardente sarà allestita in Campidoglio: "Con Lina Wertmuller se ne va una leggenda del cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all'Oscar per la miglior regia. Roma le darà l'ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio".  

Lina Wertmuller, la carriera

Nata a Roma, esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in ...e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiutoregista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8 1/2 (1963).

Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all'italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli.

Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973), Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).

Per Pasqualino Settebellezze, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell'Oscar come miglior regista.

Autrice negli anni anche di diverse sceneggiature e regie teatrali, nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell'Assemblea nazionale del PSI. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.

Lina Wertmuller, la regista con gli occhiali bianchi

Capelli corti, anzi cortissimi alla garconne, occhiali bianchi squadrati, dietro uno sguardo limpido e irridente. Gli unici tratti glamour, l'unico vezzo, un segno distintivo e personalissimo firmato Ottica Vasari alla metà degli anni '80. Mai un eccesso vestamentario per Lina Wertmuller, la grande regista scomparsa oggi a Roma all'età di 93 anni, piuttosto sobria nei suoi abiti, pull a collo alto tinta unita e lunghe collane di pietre dure.

Aveva confessato per i suoi 90 anni a un quotidiano italiano: "Un colpo di fulmine l'amore per gli occhiali bianchi. Solari, balneari, regalano subito un clima di festa. Fanno parte del mio arredamento personale. Ne ordinai 5mila paia in una fabbrica. Era l'ordine minimo, ma li pagai a rate".

E Dietro gli occhiali bianchi è anche il documentario che Valerio Ruiz, suo aiuto regista e stretto collaboratore, ha presentato per il 90esimo compleanno della prima donna candidata ad un Oscar nel 1977. E lo stesso Ruiz per gli occhiali indossati da Lina Wertmullerparla di "immagine-maschera" dietro la quale si scoprono, a volte, aspetti celati della sua personalità. Occhiali come metafora di vita per nascondersi, occultare, ma anche "per guardare un mondo che forse non era che nel suo cuore", come aveva ricordato Anna Fendi.