Sei poesie per il giorno di Pasqua. Da La mercante di abiti a Il salice

Mallarmè, Penna, Achmatova, Brecht, Riccardi, Whitman

Di Lucrezia Lerro
Culture
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Pasqua, sei poesie. Mallarmè, Penna, Achmatova, Brecht, Riccardi, Whitman

 

 

LA MERCANTE DI ABITI

L’occhio vivo con cui guardi

Fino al loro contenuto

Mi separa dai miei stracci

E come un dio vado nudo.

Stéphane Mallarmé

***

Io vivere vorrei addormentato

entro il dolce rumore della vita.

Sandro Penna

***

IL SALICE

Sono cresciuta in un silenzio arabescato

nella fresca nursery del giovane secolo.

La voce degli umani non la amavo,

ma capivo la voce del vento.

Amavo l’ortica e le bardane

ma soprattutto il salice d’argento.

Riconoscente, lui tutta la vita

ha vissuto con me, e i piangenti rami

soffiavano sogni sull’insonnia.

E io – è strano! – ho vissuto più di lui.

Là resta un ceppo, e con voci estranee

altri salici dicono qualcosa

sotto i nostri – sotto quei cieli. E io taccio…

Come se avessi perso un fratello.

                                             18 gennaio, 1940

Anna Achmatova

***

CHI STA IN ALTO DICE: PACE E GUERRA

 

sono di essenza diversa.

La loro pace e la loro guerra

son come vento e tempesta.

 

La guerra cresce dalla loro pace

come il figlio dalla madre.  

Ha in faccia

i suoi lineamenti orridi.

 

La loro guerra uccide

quel che alla loro pace

è sopravvissuto.

Bertolt Brecht

***

Oggi il mondo si volta dalla foglia

perché lo volto per forza e per ingegno

nel segno che lascia la cometa.

 

E’ un giorno d’acqua, un giorno che la luce

viene da sotto le cose e da sotto le solleva

nell’acqua di stravento. Noi soli da qui

 

dal primo quadro di mura a Torrechiara,

vediamo aprirsi nel chiaro la pianura

e sentiamo la nostra vita salire nell’oro.

Antonio Riccardi

***

 

 

NON CHIUDETE LE PORTE

Non chiudete per me le vostre porte superbe biblioteche,

perché ciò che mancava su tutti i vostri scaffali pieni, e di

    cui voi avevate più bisogno, vi porto,

dalla guerra emergendo, un libro ho fatto,

le parole in esso sono niente, l’impulso in esso ogni cosa,

un libro separato, non legato al resto né sentito

      dall’intelletto,

ma voi non dette latenze vibrerete in ogni pagina.

Whitman