Addio "giganti", i grandi investitori puntano sulle Mid-Cap di Piazza Affari
Le società quotate a media capitalizzazione italiane cercano il riscatto, e sono pronte a ricevere il testimone dalle banche
Addio giganti, i grandi investitori puntano sulle Mid-Cap: le società pronte a ricevere il testimone dalle banche
Addio "giganti", benvenute Mid-Cap. Le società italiane a media capitalizzazione cercano il riscatto e sono pronte a ricevere il testimone dalle banche nel rally di Piazza Affari. Il contesto può tornare favorevole per molti titoli fino a oggi sottostimati e la conferma di un possibile cambio di passo per la liquidità sul mercato arriva anche dalla 13esima edizione della Italian Investment Conference, organizzata da UniCredit in collaborazione con Kepler Cheuvreux con l’obiettivo di mettere a confronto investitori e top management delle quotate.
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Lo racconta Il Sole 24 ore. 63 società (il 60% della capitalizzazione di Piazza Affari) hanno incontrato 158 investitori: 1.300 meeting da cui è emerso un rinnovato interesse, anche da parte degli operatori stranieri, per un mercato dei capitali italiano che si prepara ad accogliere le novità normative e attende il taglio dei tassi, e in generale il secondo semestre, come spartiacque per un riposizionamento rispetto al recente passato. L’attenzione, come detto, è elevata soprattutto per le mid-cap. "Gli indici italiani, come è noto, stanno sovraperformando in Europa – spiega Silvia Viviano, Group head of Equity capital markets di UniCredit -, ma molte realtà con capitalizzazione inferiore ai 5 miliardi trattano ancora con uno sconto del 15% sui multipli storici. C’è un rinnovato ottimismo: i top management hanno confermato in gran parte le guidance; inoltre il tema dei tassi e del debito sembra rientrato e questo può favorire anche operazioni di m&a. La sensazione di molti investitori è che sia arrivato il momento giusto per rientrare sul mercato. Questi nuovi flussi potranno aiutare l’indice italiano a mantenersi sugli attuali livelli da record, in un contesto in cui il bancario sembra destinato a rallentare la spinta. In prospettiva, abbiamo registrato segnali positivi in particolare per il Consumer Goods, meno per l’Industrial, che attende la seconda parte dell’anno per esaurire residui di destocking e ripartire con nuovi ordinativi". Sembra ancora presto, però, per un segnale netto che arresti la fuga di molte Pmi da Piazza Affari, sostenuta dagli investimenti del private equity, e dall’altra parte alimentare la pipeline delle Ipo, oggi in secca.
"Servirà tempo – prosegue Viviano – per valutare l’impatto dei flussi sulle valutazioni reali. Nel breve, prevediamo che possano ancora proseguire anche i buyback: in Europa, persino nel bancario, non siamo ancora ai livelli di valutazione massimi registrati sul mercato Usa".