Stretta sugli affitti brevi, "Keybox usate impropriamente. Identificazione a distanza, perché nel settore bancario non è un problema? C'è il rischio di un boomerang"
Regole più stringenti dopo il boom di affitti brevi in tutto il paese. L'intervista a Francesco Zorgno, fondatore di Cleanbnb
Affitti brevi: keybox e sicurezza nel mirino. "Rischio di un boomerang se la normativa non è comunicata correttamente agli ospiti"
Il Viminale stringe le regole sugli affitti brevi. Addio al self check-in e alle keybox (le cassette per le chiavi), considerate un rischio per la sicurezza nazionale ed europea. Ma non è tutto. D'ora in poi gestori dovranno anche identificare personalmente gli ospiti e trasmettere i loro dati alle questure locali entro 24 ore dall’arrivo. Se il soggiorno è inferiore alle 24 ore, la comunicazione dovrà avvenire subito dopo il check-in, che non potrà più essere autonomo: il gestore dovrà occuparsene direttamente.
Il provvedimento arriva dopo il boom degli affitti brevi in tutto il paese, mettendo in luce un rischio sempre più alto che le strutture possano ospitare persone legate a organizzazioni criminali o terroristiche. Una stretta che forse era necessaria e attesa. Ma sono della stessa idea i gestori del settore? Affaritaliani.it ne ha parlato con Francesco Zorgno, fondatore di Cleanbnb, azienda leader nel mercato degli affitti brevi.
Cosa ne pensa del divieto di self check-in e keybox? Aiuterà davvero alla sicurezza del Paese?
Dal punto di vista normativo, non ci sono novità. Per gli operatori professionali non cambia molto. Il tema che da molto tempo è oggetto di dibattito è l'uso di queste keybox. Anche noi, come associazione, siamo sempre stati contrari all'uso indiscriminato delle keybox, perché non possono essere utilizzate senza criterio, e bisogna innanzitutto prestare la massima attenzione al decoro urbano e ai regolamenti sull'occupazione del suolo pubblico. Un uso selvaggio delle keybox è sbagliato; è invece corretto un uso regolamentato e di comune convivenza. Il tema non è tanto demonizzare lo strumento in sé, quanto il fatto che venga usato male e in modo improprio.
Cioè?
Che vengono posizionate dove non dovrebbero essere, come negli arredi urbani. Non possiamo pensare di avere le città tappezzate da queste keybox. Ha più senso posizionare una cassetta in un contesto condominiale, con il consenso dell'amministrazione del condominio.
Le nuove regole sulle identificazioni potranno migliorare la sicurezza o rallenteranno troppo il processo di check-in?
Sul tema dell'identificazione esiste una legge che disciplina che tutti gli ospiti devono essere muniti di un documento e che i dati di questo documento devono essere trasmessi alla forza pubblica. È una legge che c'è da anni. Se poi esiste una classe di soggetti che non ne aderisce, questo non fa parte dei gestori professionali. Non è stata fatta una nuova normativa, ma è stata sottolineata l'importanza di procedere con la normativa. C'è però un dibattito in corso sul fatto se questa identificazione possa o non possa essere fatta con strumenti a distanza. Questo nasce dal fatto che si tratta di una legge molto datata, in un'epoca in cui non esistevano gli strumenti tecnologici che oggi esistono, strumenti di identificazione affidabili a distanza, utilizzati ad esempio nell'apertura dei conti correnti bancari o anche nell'apertura di uno Spid.
Allora mi chiedo: se è stato riscontrato che le procedure a distanza sono idonee e sufficientemente sicure in questi casi, non si vede perché non possano esserlo anche nel mondo degli affitti brevi. È chiaro anche che, se si impone l'utilizzo di strumenti tecnologici evoluti, è evidente che questo sia solo alla portata di chi questo lavoro lo fa seriamente e professionalmente. Se si impedisce l'uso, si rischia di perdere il controllo di questi strumenti, e allora poi ognuno si sente titolato a interpretare in modo diverso. Noi vogliamo che la sicurezza venga rispettata così come l'attenzione verso le locazioni turistiche.
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Come dovrebbe reagirà il settore degli affitti brevi?
Bisogna stare attenti a non trasformare un eccesso di attenzione in una discriminazione. Non dimentichiamo che in Italia arrivano ospiti da tutto il mondo e negli altri Paesi non esistono normative di questo genere. Questo significa che tutto deve essere comunicata correttamente agli ospiti, evitando di trasformare un'attenzione virtuosa in un boomerang che poi possa compromettere le attività economiche del paese. Non c'è nessuna regola nuova, ma c'è solo un chiarimento o una reinterpretazione ulteriore che, dà una serie di spunti, sottolinea determinate linee di identificazione rispetto ad altre, aprendo il dibattito su un tema che era rimasto privo di identificazione.
Tutti volevamo un aggiornamento della norma, che però segua gli iter giusti e consideri quello che in altri settori è stato già fatto. I gestori, dal loro canto, sono pronti a investire in sistemi tecnologici più evoluti, ma devono essere supportati da una normativa chiara, sulle interpretazioni corrette, in modo che ogni imprenditore o proprietario sia incoraggiato a fare investimenti che sarebbero di tutto vantaggio per l’aumento della sicurezza.