Agnelli, nel mirino le tasse di successione. E gli appunti della segretaria...

Secondo i pm mancano 40 milioni di versamenti. I legali negano. Sequestrati documenti sulle presenze di Marella e il "vademecum della frode" del commercialista

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Eredità Agnelli, i pm contestano mancate tasse di successione

Ruota intorno ai circa 700 mln di euro che John, Lapo e Ginevra Elkann avrebbero ricevuto in eredità dalla nonna Marella la nuova ipotesi di reato, truffa ai danni dello Stato, contestata dalla procura ai tre fratelli, al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero che curò l'eredità della vedova dell'Avvocato Giovanni Agnelli, Urs Robert von Gruenigen.

Secondo i magistrati torinesi l'accusa sarebbe legata a mancate imposte successorie, stimate in una quarantina di milioni euro, cifra, a quanto si apprende, calcolata dagli inquirenti sulla base di alcune dichiarazioni integrative presentate da John Elkann per gli anni d'imposta 2019-2020-2021 come redditi maturati all'estero. A tal proposito, però, gli avvocati di Elkann, Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re avevano già precisato che ''non esiste alcun tesoro estero che John Elkann abbia nascosto a qualsivoglia autorità: l'origine e il trattamento fiscale delle disponibilità del nostro assistito di cui si scrive in questi giorni come se fosse un 'tesoretto' nascosto e improvvisamente scoperto è in realtà noto da anni, perché egli stesso lo ha dichiarato all'Agenzia delle Entrate, pagando ogni tassa dovuta''.

Nell'ipotesi degli investigatori, quel denaro (i circa 700 mln, ndr) che arriverebbe dal patrimonio di Marella Caracciolo avrebbe dovuto essere tassato perché la successione si sarebbe dovuta aprire in Italia e non in Svizzera dato che, secondo i magistrati, la residenza elvetica della vedova dell'Avvocato, scomparsa nel febbraio 2019, sarebbe stata fittizia poiché almeno negli ultimi anni sarebbe di fatto vissuta in Italia.

Nel nuovo decreto con cui mercoledì i pm torinesi hanno risequestrato parte del materiale, tra cui telefonini e dispositivi elettronici, che avrebbe dovuto essere restituito a John Elkann e a Gianluca Ferrero dopo che una settimana fa il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso per 'vizio di motivazione' presentato dai legali di entrambi, inoltre e' stata estesa ad altre annualità, al 2016 e al 2017, la frode fiscale contestata nel precedente decreto dell'8 febbraio, a John Elkann, Ferrero e al notaio svizzero solo per gli anni 2018 e 2019. 

Si legge sul Corriere della Sera che secondo i pm, i documenti sequestrati (tra cui gli appunti della segretaria di Marella) farebbero emergere in maniera nitida che Marella Caracciolo quantomeno dall’anno 2015 ha dimorato in Italia per la maggior parte dei giorni. "Ecco i numeri: nel 2015 la vedova ha trascorso in Svizzera «poco più di 2 mesi», 67 giorni contro i 298 nel nostro Paese; nel 2016 il tempo calcolato sarebbe di 70 contro i 295; nel 2018 il conto è di 227 giorni in Italia e 138 all’estero".

Sempre secondo quanto scrive il Corriere della Sera, "un’ulteriore prova investigativa sarebbero i passaporti di Donna Marella, i cui timbri certificano i viaggi. Da qui il reato di «dichiarazione fraudolenta» di cui rispondono, in concorso, il nipote John Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen".

Sul Corriere della Sera si parla anche di quello che gli investigatori definiscono come «il vademecum della frode, redatto da Gianluca Ferrero». Si tratta di "un’enciclopedica mole di documenti che — secondo l’ipotesi della Procura — va nel senso spiegato dal «vademecum»: nel quale «si consiglia di non “sovraccaricare” la posizione italiana di Caracciolo, facendo assumere i dipendenti personali della medesima dal nipote John Elkann, come poi effettivamente successo e descritto nei verbali di sommarie informazioni testimoniali acquisiti».