Gli agricoltori paralizzano Berlino: la rivolta sul gasolio infiamma l'Europa
Al cuore delle proteste vi è la decisione del governo tedesco di ridurre i sussidi all'agricoltura. La mobilitazione durerà fino al 15 gennaio
Germania, rivolta degli agricoltori per il taglio alle sovvenzioni
Le proteste nell'agricoltura tedesca dell'8 gennaio sono parte di un'onda di malcontento che coinvolge l'intera Europa. Questi movimenti, scatenati dalla riduzione dei sussidi al settore primario tedesco per rispettare i vincoli di bilancio, hanno portato agricoltori da tutto il paese a bloccare le strade causando gravi interruzioni nella viabilità. Con 25mila trattori in marcia nel Bade Wurtten-Berg, 19mila in Baviera e un presidio di almeno 300 trattori ha bloccato la porta di Brandeburgo a Berlino.
A guidare la mobilitazione di Berlino, l'Unione degli agricoltori tedeschi (Dbv). Tre le ragioni della rivolta, oltre all’abolizione dei sussidi per il gasolio agricolo, segue l'esenzione dalla tassa sui veicoli agricoli e forestali prevista dal governo tedesco e l’aumento dei prezzi del carburante.
“Abbiamo lanciato un primo segnale con una grande manifestazione a Berlino, programmata con brevissimo preavviso – ha dichiarato il presidente dell’Associazione tedesca degli agricoltori, Joachim Rukwied. – Se queste proposte non verranno ritirate, le proteste continueranno e si espanderanno a gennaio. Riceviamo grande incoraggiamento e sostegno dalla popolazione e da altri settori, il che ci incoraggia ancora di più a mantenere la nostra resistenza. Siamo molto grati per questo grande sostegno da parte della popolazione”.
Le proteste continuano e sono previste per durare fino al 15 gennaio. Questo scenario potrebbe ripetersi nei prossimi giorni, minacciando di provocare un notevole impatto economico e mettendo in discussione l'efficacia delle politiche governative. La scorsa settimana, il governo ha tentato un compromesso, annunciando la graduale eliminazione delle agevolazioni per il gasolio agricolo entro il 2026, ma questo non ha placato l'agitazione degli agricoltori, supportati dall'opposizione di centrodestra. La situazione economica è ulteriormente complicata dall'imminente sciopero ferroviario programmato per il 10 gennaio e da preoccupazioni riguardanti possibili infiltrazioni di estremisti di destra nei cortei agricoli, con la comparsa di bandiere di formazioni politiche nazionaliste e xenofobe.
Questo malcontento si riflette anche in Francia, dove le proteste hanno incluso blocchi stradali e atti di vandalismo. Nei Paesi Bassi e in Belgio, le manifestazioni hanno riguardato l'introduzione di oneri finanziari maggiori per l'uso di fertilizzanti e reflussi zootecnici con azoto. In Olanda, il dissenso agricolo ha persino portato alla nascita di un nuovo partito politico, il Boer Burger Beweging. In Italia, invece, finora non si registrano proteste significative, ma si osserva un crescente interesse verso le azioni dei colleghi europei.
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